Riassunto analitico
La tesi si articola in tre capitoli: - nel capitolo 1, con riferimento all’art. XXI dell’accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) si traccia il profilo normativo per quanto riguarda la tutela degli interessi di sicurezza nazionale degli Stati membri dell’organizzazione mondiale del commercio (OMC); sempre su questo aspetto si accenna ad altri trattati internazionali che contengono anch’essi clausole di sicurezza nazionale. Proseguendo poi attraverso un’attenta e dettagliata analisi dell’art. XXI, in particolare della lettera (b) (iii), è risultato possibile coglierne il suo significato, utile per operare una sua corretta interpretazione. Alla luce di quanto emerso, si è considerato in che misura il sistema di risoluzione delle controversie dell’OMC risulti competente nel giudicare un reclamo che sollevi questioni inerenti la sicurezza nazionale degli Stati membri OMC che richiedono un suo intervento; - nel capitolo 2, il caso discusso vede contrapposte l’Ucraina e la Russia: la prima come parte denunciante, la seconda come parte convenuta. Ad essere messe in discussione sono delle restrizioni imposte dalla Russia, per difendere la propria sicurezza nazionale, sui beni provenienti dall’Ucraina e in transito sul suo territorio con destinazione in alcuni paesi dell’Asia centrale. Vengono dunque delineate le rivendicazioni giuridiche avanzate dall’Ucraina e le giustificazioni sollevate dalla Federazione Russa. Successivamente, vengono discussi i risultati raggiunti dal panel e, sulla base di ciò, si considerano le implicazioni della decisione sul commercio internazionale; - nel capitolo 3, si porta alla ribalta la variazione di significato dell’accezione classica della sicurezza nazionale corrispondente all’assenza di minaccia militare, conflitto e violenza, che con l’avvento del ventunesimo secolo ha subìto una considerevole evoluzione ed è cresciuta fino a comprendere rischi diffusi come il cambiamento climatico, le malattie infettive, il terrorismo, la criminalità organizzata, le minacce informatiche, la migrazione e così via. Alla luce di queste nuove sfide che minacciano sempre più le regole che governano il commercio internazionale e gli investimenti, tenendo anche conto della natura delle controversie odierne, incentrate perlopiù su presunti abusi della sicurezza nazionale, vengono considerate le implicazioni che il cambiamento di concezione di quest’ultima ha avuto sulla capacità gestionale delle istituzioni internazionali. A tal fine, si conclude con l’individuazione di alcune proposte di soluzione che auspicano un modello che permetta, nella gestione delle controversie economiche, un’integrazione tra le politiche di sicurezza nazionale e il diritto commerciale internazionale, consentendo al contempo di preservare la flessibilità per i governi di definire le loro politiche di sicurezza in risposta alle minacce del ventunesimo secolo.
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