Riassunto analitico
La fiaba è uno genere narrativo antico, ancora attuale e in grado di affascinare per la sua capacità di affrontare tematiche universali come il superamento delle difficoltà e la ricerca dell’identità. Si tratta di una forma letteraria tradizionalmente associata ad un pubblico infantile, ma sempre più persone ritengono che la fiaba sia troppo esplicita e violenta per i più piccoli. Eliminare il racconto fiabesco, per tutelare l’innocenza infantile, è però inutile e dannoso perché i bambini non sono innocenti, ma capaci anch’essi di provare odio e rancore. È proprio attraverso l’immaginazione e la fantasia stimolate dalle fiabe che i più piccoli riescono ad entrare in contatto con le pulsioni del loro inconscio. Nel momento in cui i bambini proiettano le emozioni e i desideri più negativi sugli antagonisti, riescono ad affrontarli in un contesto simbolico e protetto, e questo permette loro di rielaborare i conflitti interiori che la società crea in ognuno. Da sempre l’essere umano ha nutrito sentimenti di odio e desideri conflittuali, ma è stato il costituirsi di una dimensione sociale che lo ha spinto a riconoscere questi aspetti della personalità come sbagliati. La principale spinta a rimuovere la parte più oscuramente pulsionale dell’animo umano arrivò dalla Chiesa Cristiana e da poteri politici che presero a sottomettere e a controllare le comunità attribuendo il male alla figura del Diavolo, simbolo dei pensieri e dei comportamenti da estirpare per il benessere collettivo. Ogni forma di devianza venne associata al demonio e a tutte le creature a lui simili. In questo contesto, le fiabe rappresentarono una forma di evasione dalle pressioni sociali e dalla realtà. Negli anni, l'uomo ha imparato ad accogliere, almeno in parte, le diversità e liberare la mente dalle antiche e oscure credenze. La figura del Diavolo è passata da simbolo del male assoluto a metafora ambivalente di fascinazione degli uomini: Satana non era più qualcuno a cui attribuire la colpa dei propri mali, ma qualcuno in cui rispecchiarsi. La verità è che il male fa parte di tutti noi; nessuno ne è escluso, nemmeno la persona più mite e generosa. Non è necessario essere dei mostri per commettere azioni mostruose: ne sono un esempio gli eventi drammatici e sanguinosi che hanno segnato la storia e che ancora oggi si verificano nel mondo. Tali atrocità non sono causate da creature demoniache ma da persone ordinarie, costrette però in situazioni del tutto straordinarie che hanno compromesso il loro senso morale. L’universo interiore ed emotivo di uomini e donne è fatto di desideri, paure, speranze, passioni e amore, ma anche da oscurità e malvagità. Il male, quindi, è inevitabile, ma si può cercare di capire le ragioni che lo determinano. In questo senso, raccontare le fiabe ai più piccoli è fondamentale, perché è attraverso i racconti fantastici che il bambino può confrontarsi con le proprie angosce e i propri desideri più immorali, scoprendo che anche altri provano sentimenti simili ai suoi, e riuscendo così a proiettare la propria ombra interiore, dandole sfogo senza recare danni a nessuno. Questa riflessione sulle diverse forme del male porta a concludere che è importante indagare sé stessi, anche negli aspetti più inquietanti, per esserne coscienti ed essere così liberi. Solo quando si prende coscienza del male di cui si è capaci, si può agire consapevolmente su di esso.
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