Riassunto analitico
Il presente elaborato si propone di analizzare la libertà di espressione e i suoi limiti nell’ambito della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con particolare attenzione ai casi in cui il ricorrente è un politico. Nel primo capitolo viene esaminato nel dettaglio l’Articolo 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce la libertà di espressione e ne delimita i confini, elencando le circostanze in cui lo Stato è legittimato ad intervenire per limitare tale diritto. Successivamente, si analizza la procedura seguita dalla Corte per valutare la legittimità di tali restrizioni, verificando se siano previste dalla legge, perseguano un fine legittimo e siano necessarie in una società democratica. Il secondo capitolo introduce il concetto di hate speech, considerato una delle forme di abuso della libertà di espressione più rilevanti in ambito politico, e il ruolo dell’Articolo 17, che esclude tali espressioni dalla protezione della Convenzione. Viene poi presentato il dibattito accademico in merito all’applicazione di questo articolo, ritenuta da alcuni studiosi incompatibile con i principi delle società democratiche. Infine, il terzo capitolo è dedicato all’analisi di casi giurisprudenziali riguardanti politici che hanno presentato ricorso alla CEDU dopo essere stati condannati a livello nazionale per incitamento all’odio. I casi selezionati concernono due ambiti specifici: la discriminazione religiosa e il negazionismo dei genocidi. L’esame di tali decisioni non unanimi mette in evidenza le difficoltà derivanti dalla mancanza di definizioni chiare e univoche da parte della Corte, che ha portato a sentenze talvolta contraddittorie.
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Abstract
The aim of this dissertation is to analyse freedom of expression and its limits in the context of the jurisprudence of the European Court of Human Rights, with a focus on cases where the applicant is a politician. The first chapter examines in detail Article 10 of the European Convention on Human Rights, which enshrines freedom of expression and defines its boundaries, specifying the circumstances in which the State is entitled to intervene to restrict this right. Subsequently, the Court’s procedure for assessing the legitimacy of such restrictions is analysed, verifying whether they are prescribed by law, pursue a legitimate aim, and are necessary in a democratic society. The second chapter introduces the concept of hate speech, which is considered one of the most relevant forms of abuse of freedom of expression in the political context, and the role of Article 17, which excludes such expressions from the protection of the Convention. The academic debate regarding the application of this article is then presented, as some scholars consider its use to be incompatible with the principles of democratic societies. Finally, the third chapter is devoted to the analysis of case law concerning politicians who have appealed to the ECHR after being convicted at the national level for incitement to hatred. The selected cases concern two specific topics: religious discrimination and genocide denial. The examination of the Court’s non-unanimous decisions highlights the difficulties arising from the Court’s lack of clear and precise definitions, which has led to sometimes contradictory rulings.
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