Riassunto analitico
Il presente elaborato analizza il modo in cui le performance di danza si intrecciano con i media tradizionali e digitali. Partendo dalla definizione di transmedialità, ovvero lo sviluppo di un prodotto e l’espansione della sua narrazione su più media, vengono esplorate diverse performance di danza virtualizzate e site-specific, evidenziandone le caratteristiche in modo da delinearne esiti, vantaggi e possibili sviluppi.
Per condurre tale studio sono stati proposti diversi esempi nazionali e internazionali di performance di videodanza, danza per la VR (virtual reality) e danza site-specific nei musei, con l’intento di sottolineare la capacità della danza di entrare in connessione con vari supporti tecnologici e con diverse forme d’arte. Al centro dell’analisi sono stati presi in considerazione tre progetti di danza site-specific del territorio emiliano-romagnolo, tra cui due performance e un laboratorio. A supporto di ognuno sono state condotte delle interviste semi-strutturate a persone coinvolte nella loro creazione, come coreografi e curatori museali. I progetti e le interviste sono stati analizzati in modo comparato per metterne in rilievo le caratteristiche simili e le differenze. Inoltre, è stato dato spazio alle opinioni delle persone coinvolte riguardo l’esperienza del particolare processo creativo che coinvolge danza e spazi culturali. L’indagine ha mostrato come progetti costruiti in modalità differenti siano scaturiti da motivazioni simili, e di come l’incontro tra performance di danza e diversi media e ambienti abbia avuto un riscontro sempre positivo.
Sulla base di questa ricerca, si osserva come la commistione di danza, arti visive e del digitale sia parte di un processo molto delicato che vede al centro il rispetto per le opere, ma se realizzato in modo adeguato può risultare molto proficuo e affascinante. La danza dimostra di avere un grande potenziale di sviluppo nel campo dei processi transmediali, aprendo le porte a ulteriori ricerche e sperimentazioni.
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