Riassunto analitico
Il presente lavoro ha come scopo quello di evidenziare l’importanza della figura del leader del Partito comunista italiano, Palmiro Togliatti, nel periodo dell’immediato secondo dopoguerra. A tale personaggio non sempre è stato riconosciuto il reale contributo dato al processo di costruzione e mantenimento della democrazia repubblicana in Italia. Egli, infatti, pur tra mille critiche, ha avuto un ruolo di primo piano all’interno del nuovo scenario politico che si è aperto in Italia dopo la caduta del fascismo. Sin dal giorno del suo rientro in Italia il 27 marzo del 1944, dopo diciotto anni di esilio a Mosca e dopo la cosiddetta svolta di Salerno, Togliatti “traghetta” il Pci all’interno dell’aerea governativa. Ciò permetterà da lì in avanti, nonostante l’uscita dal governo dei comunisti italiani nel 1947 e l’innegabile legame di ferro con l’Unione Sovietica di Stalin, al Partito comunista italiano di diventare una sorta di “anomalia” tra i partiti comunisti dell’Europa occidentale. Il Pci infatti, attuerà negli anni, dall’opposizione, una politica simile a quella dei grandi partiti socialdemocratici europei, che gli permetterà di diventare una grande forza nazionale, un partito di massa radicato in tutto il territorio che contribuirà in maniera decisiva al progresso della democrazia in Italia.
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