Riassunto analitico
Il fenomeno interculturale può essere analizzato attraverso la penna di scrittori e scrittrici che, tramite le loro opere, puntano a raccontare al lettore modi di vivere, culture e pensieri diversi, mostrandogli come questi si inseriscano e si miscelino tra loro, nel flusso della globalizzazione. Ne risulta un’immagine del mondo da un lato pluralista e frammentata e dall’altra unita in una sorta di “diversità collettiva”. Partendo da un’analisi storica e terminologica di alcune parole chiave che servono a definire il concetto di intercultura, si approfondiranno aspetti come il multiculturalismo e l’interculturalismo, prendendo in riferimento gli apporti di alcuni autori, tra cui Clifford Geertz e Gerd Baumann. In un mondo dove le culture si intrecciano e si contaminano tra loro, la letteratura costituisce una via feconda per potersi aprire allo sguardo dell’altro. Il romanzo ci guida verso la relazione dell’essere umano con gli altri, con la società e con il mondo; la letteratura mostra che ogni individuo rappresenta al suo interno un cosmo, per la sua molteplicità interiore, per l’infinità di personaggi che può incarnare, per la tensione tra il reale e l’immaginario. In quest’ottica si prenderanno in riferimento due romanzi: "Solibo Magnifique" di Patrick Chamoiseau e "La mia casa è dove sono" di Igiaba Scego, due testi che raccontano una realtà interculturale fatta di ombre e luci, di memoria e di speranza nel futuro. Nei loro racconti vi è la ricerca di un equilibrio in quell’incontro/scontro tra culture diverse, in cui si prova a definire un’identità i cui margini continuano a spostarsi, dove se non si può fare a meno della memoria e in modo particolare della tradizione orale, allo stesso tempo non si può fare a meno del presente e dei cambiamenti in corso. Si passerà a delineare, successivamente, l’importanza di un approccio interculturale che necessita di un atteggiamento di apertura verso l’altro, di scambio e di dialogo. Non solo, si evidenzierà come risulti fondamentale mettere in pratica un pensiero complesso che sia disponibile a conoscere, a confrontarsi con diversi punti di vista, in grado di mettere in discussione le proprie convinzioni ponendosi in una posizione di autocritica. Un approccio interculturale, o per meglio dire, l’educazione interculturale è parte della stessa azione didattica, in quanto le scuole devono promuovere e garantire il riconoscimento dell’identità di ciascun bambino. In quest’ottica si indagheranno i percorsi che gli insegnanti possono mettere in pratica per promuovere l’educazione interculturale e in modo particolare il ruolo che può rivestire la letteratura nella didattica, attraverso un’editoria che si sta specializzando sempre di più in percorsi interculturali. Si analizzerà in tale direzione il racconto di Cecilia Bartoli “Gli amici nascosti”. Tra i generi letterari che possono fungere da supporto all’approccio interculturale figurano sicuramente le fiabe. Queste ultime si trovano nella tradizione orale di ogni popolo, vengono tramandate da una generazione all’altra e possono costituire un ponte tra culture diverse. Esplorando le fiabe con i bambini è possibile mettere in luce le differenze ma soprattutto far emergere che esse sono portatrici di veri e propri valori universali che uniscono tutti i popoli della Terra. In tal senso verranno esaminate diverse versioni della fiaba di Cenerentola dove, oltre a ricercare gli elementi peculiari di ogni cultura, è possibile individuare analogie tra luoghi, contesti e ambienti, anche se molto distanti tra loro.
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