Riassunto analitico
Il presente elaborato si sofferma nella prima parte sui fattori di propagazione, ovvero le fonti di fragilità nei bilanci operatori economici e le interconnessioni tra essi sussistenti che possono favorire la trasmissione di uno shock nel singolo Paese e internazionalmente. A partire dalla letteratura disponibile, dai rapporti di stabilità finanziaria pubblicati da alcune delle principali istituzioni finanziarie e monetarie e pure elaborazioni personali, si propone una loro selezione e un insieme circoscritto di modalità di misurazione delle fonti di fragilità. L’ambito è limitato alle aree economiche delle principali valute (dollaro statunitense, euro e sterlina). Il quadro concettuale così delineato serve poi per indagare i sistemi economico-finanziari di USA e UK nella crisi subprime e di Belgio e Grecia nella crisi dei debiti sovrani dell’area dell’euro. Tale studio è finalizzato a mettere alla prova la validità di quanto esposto in precedenza. Il lavoro giunge a due risultati principali. Primo, il numero di fattori di propagazione sembrerebbe essere effettivamente limitato. Le crisi si propagano attraverso le interconnessioni bilanci operatori economici e se combinate fra loro, permettono di individuare dei meccanismi endogeni per le economie avanzate, ovvero flight to quality, doom loop e acceleratore finanziario. Tali fenomeni possono manifestarsi in maniera più o meno intensa a fronte di fluttuazioni del ciclo economico, ma date le fondamenta della finanza moderna debbono essere considerati fisiologici per le economie avanzate. Le fonti di fragilità rivestono un ruolo chiave nella loro amplificazione. Adottare un’ottica nazionale oppure internazionale non cambia più di tanto il giudizio finale. Secondo, s’individua un insieme ristretto di metriche utili a segnalare la vulnerabilità dei bilanci degli operatori economici e si avanzano suggerimenti alle istituzioni finanziarie e monetarie su come meglio predisporre questo tipo di analisi.
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