Riassunto analitico
Mitragyna speciosa, conosciuta anche come kratom, è un albero diffuso nel sud est asiatico appartenente alla famiglia delle Rubiacae. Le foglie essiccate e sminuzzate sono da sempre utilizzate nella medicina tradizionale asiatica per trattare diversi disturbi per i suoi effetti a basse dosi stimolanti ed ad alte dosi sedativi. Inoltre decotti a base di foglie di kratom vengono consumati a scopo ricreativo per il loro lieve effetto euforico, energetico e/o di miglioramento della concentrazione. In alcuni stati occidentali è ampiamente commercializzato come droga ricreativa anche se viene anche utilizzato a scopo terapeutico, per il trattamento del dolore cronico e per l’astinenza dalla dipendenza da oppioidi. Si assume soprattutto per ingestione orale sottoforma di capsule, compresse o infusi. Il suo effetto farmacologico è dose dipendente e l’uso prolungato può portare a disturbi di vario tipo. In particolare l’assunzione prolungata di alte dosi di kratom è stata associata all’insorgenza di tolleranza e dipendenza accompagnata da crisi di astinenza alla droga. Nelle foglie di kratom sono presenti numerosi alcaloidi ma quelli più abbondanti, su cui si sono focalizzati maggiormente gli studi farmacologici, sono la mitraginina e la 7-idrossimitraginina. E’ stato dimostrato che tali alcaloidi sono degli agonisti parziali per i recettori degli oppioidi. Diversi studi hanno messo in relazione l’attività analgesica della morfina con gli alcaloidi principali del kratom suggerendo una maggiore attività di questi ultimi rispetto alla morfina stessa con minori effetti collaterali e minor rischio di dipendenza. E’ bene ricordare che sia le concentrazioni di principi attivi mitraginina e 7-idrossimitraginina che il profilo chimico qualitativo, sono spesso non noti nelle foglie di kratom commercializzate. Quindi diventa difficile correlare gli effetti farmacologici osservati ad un particolare principio attivo ed alla dose assunta. Attualmente non sono stati condotti trials clinici validati con il kratom e le attività terapeutiche suggerite nella letteratura scientifica derivano da studi in vitro, su animali da laboratorio e da osservazioni aneddotiche. Ad ora rimangono sconosciute molte informazioni come il dosaggio, le possibili interazioni e i possibili effetti collaterali. Diventa quindi auspicabile l’esecuzione di trials clinici affidabili che potrebbero fornire importanti indicazione per un eventuale consumo umano a scopo medicinale. Infatti è stato suggerito l’impiego del kratom sia nel trattamento del dolore cronico in sostituzione degli oppiacei che per attenuare i sintomi di astinenza degli oppiacei stessi. In questi casi il kratom potrebbe fornire un beneficio consentendo di affrontare il dolore e i sintomi aspri e persistenti dell'astinenza da oppioidi. La disintossicazione dal kratom può quindi essere effettuata con sintomi molto meno gravi di quelli degli oppiacei. Tutto questo sarebbe possibile se i risultati dei trials clinici validati confermassero le osservazioni aneddotiche accumulate in tanti anni di impiego del kratom nella medicina tradizionale del sud est asiatico.
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