Riassunto analitico
Il presente elaborato di tesi si concentra sullo studio dei fenomeni franosi presenti nell’area dell’abitato di Gobbi, comune di Bobbio in provincia di Piacenza, dichiarato centro abitato da consolidare. L’obiettivo dell’elaborato di tesi è stata la produzione di verifiche di stabilità lungo il versante dove sorge Gobbi, ai fini di una pianificazione di interventi di consolidamento. Sono stati effettuati diversi rilievi sul campo per osservare la morfologia del versante; dal 2000 ad oggi sono stati eseguiti 12 sondaggi geognostici, 2 prospezioni sismiche a rifrazione e 4 indagini geoelettriche. Sono stati posizionati 5 inclinometri e 7 piezometri a tubo aperto, alcuni dei quali monitorati in continuo con l’utilizzo di sensori. Infine, nell’agosto del 2020, è stata posizionata una stazione totale nel versante opposto all’abitato che, attraverso prismi collocati sugli edifici di Gobbi e altre frazioni a monte, monitora gli spostamenti superficiali e le velocità della frana. I risultati provenienti dalle indagini e dal monitoraggio hanno permesso di produrre una carta interpretativa dei corpi di frana, una sezione generale di tutto il versante e due sezioni specifiche riguardanti la parte del pendio che interessa Gobbi. La carta interpretativa rappresenta in planimetria l’ubicazione e l’estensione di tutti i corpi di frana osservati. La sezione generale del versante ne rappresenta in sezione l’ubicazione e le geometrie e favorisce la comprensione del loro sviluppo dal punto di vista cronologico. Il risultato delle indagini rileva la presenza di quattro principali corpi di frana: A il più antico e profondo, B prodotto in parte da una rimobilitazione di A, C che sovrascorre su A e in parte su B, ma possiede un bacino di alimentazione proprio ed infine B1, il più recente, che deriva da una rimobilitazione dei depositi di B e ad oggi è attivo e in movimento. Le due sezioni specifiche dell’area di Gobbi derivano da uno studio geologico e geotecnico e sono state utilizzate per effettuare le verifiche di stabilità. Sono stati inseriti i corpi di frana precedentemente descritti con parametri geotecnici realistici derivanti dalle prove di laboratorio eseguite su sei campioni prelevati durante due sondaggi a carotaggio continuo. Infine, attraverso il monitoraggio piezometrico, è stato calcolato il livello piezometrico ed è stata introdotta la falda. Le analisi di stabilità del versante sono state eseguite con il metodo dell’equilibrio limite, determinando i valori del fattore di sicurezza delle superfici di scivolamento individuate nelle sezioni attraverso lo studio dei dati delle indagini geognostiche geofisiche e del monitoraggio, in particolare lungo la superficie di scivolamento tra il corpo di frana B1 e B, tra B ed A ed infine tra A e il bedrock. È stato rilevato che il fattore di sicurezza minore è lungo la superficie B1-B e questo conferma ciò che emerso dai risultati del monitoraggio e dalle indagini: la frana attiva che crea maggiori danni è il corpo di frana B1. Dopo aver ottenuto i valori dei diversi fattori di sicurezza lungo tutte le superfici in entrambe le sezioni, è stata ipotizzata la costruzione di una serie di pozzi a valle dell’abitato che fungono da drenaggio profondo; per questo è stato inserito un cono di depressione in sezione. Sono stati calcolati di nuovo i fattori di sicurezza lungo le stesse superfici risultati tutti superiori a 1, inoltre il maggior incremento del valore è avvenuto lungo la superficie B1-B. In conclusione, con la costruzione dei pozzi drenanti, il maggior incremento di stabilità avviene nel corpo di frana ad oggi più instabile: il corpo di frana B1.
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