Riassunto analitico
Con l’avvento della crisi economico-finanziaria del 2008 ha avuto inizio, sia in Italia che nel resto del mondo, un periodo di austerità economica, caratterizzato da notevoli tagli alla spesa pubblica. A risentirne è stato direttamente il Terzo settore ed indirettamente le stesse casse pubbliche. La diminuzione delle risorse indirizzate ad investimenti sociali ha infatti innescato un circolo vizioso che si è spesso tradotto in costosi interventi correttivi per lo Stato. Sorge quindi la necessità di strumenti che possano ridare slancio alle politiche di welfare pubblico. Una potenziale risposta a tale bisogno è rappresentata dalla recente ascesa dei Social Impact Bond (SIB), anche conosciuti come Payment by Results; strumenti nati dall’esigenza di colmare l’attuale gap venutosi a creare tra la spesa pubblica necessaria e quella sostenibile. I SIB sono prodotti finanziari attraverso cui capitali privati vanno a confluire in progetti sociali. La remunerazione degli investitori, garantita da un ente pubblico, avverrà esclusivamente se saranno raggiunte determinate performance prestabilite dagli operatori coinvolti. Tali risultati andranno a generare risparmi per le casse pubbliche e fondi sufficienti per la remunerazione dei fornitori di capitale iniziale. Il fine ultimo dei SIB è quindi quello di trovare nuove fonti di investimento per il Terzo settore e allo stesso tempo traslare il rischio finanziario dall’ente pubblico agli operatori privati. I Payment by Result sono strumenti relativamente giovani, la loro prima applicazione ha avuto luogo nel 2010 nel Regno Unito nel carcere di Peterborough, dove il SIB era legato a progetti di reinserimento mirati alla riduzione del tasso di recidiva dei carcerati. Quest’ultimo esempio ed il caso del carcere minorile Rikers Island negli Stati Uniti saranno approfonditi all’interno del capitolo 2, nel quale, attraverso un piano induttivo, partendo da due casi empirici, si giungerà a declinare le peculiarità dei PbR. La sfida che si propone la corrente ricerca nel capitolo 3 è quella di studiare come gli innovativi Social Impact Bond possano essere calati all’interno del complesso contesto normativo italiano. Nel capitolo 4 lo studio si sofferma sulle perplessità che gli strumenti hanno sollevato, sia da un punto di vista etico ma ancor più da quello strutturale. Obiettivo ultimo sarà quello di comprendere se i PbR rappresentino o meno una risposta all’attuale necessità di un uso più efficiente delle sempre più limitate risorse pubbliche.
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