Riassunto analitico
I composti aromatici del vino, sono un fattore determinante della qualità del prodotto e possono fungere da marker del processo produttivo. La presenza, l’assenza o l’anomala concentrazione di alcune classi di questi, possono permettere di rilevare problematiche ed anomalie nelle fasi produttive del vino o nella cultivar stessa. Per gli operatori del settore enologico è dunque importante monitorare costantemente il quadro aromatico del prodotto ed è utile, nonché necessario, individuare un metodo analitico capace di estrarre tali composti in maniera veloce, efficace, economica e, dove possibile, con un basso impatto ambientale. Nella prima parte del lavoro di tesi sono state confrontate, secondo i parametri di riproducibilità, ripetibilità e recupero, due tecniche estrattive già messe a punto: SPE (Solid Phase Extraction) (Cabrita et al., 2006) e SBSE (Stir Bar Sorbitive Extraction) (Duràn at al., 2005). A queste si è aggiunta una terza tecnica di cui si è cercato di valutare la massima capacità estrattiva nei confronti della componente aromatica presente nei vini. Si tratta del metodo DLLME (Dispersive Liquid-Liquid Microextraction), il quale è stato utilizzato in letteratura per la valutazione di ftalati in varie matrici (Cinelli et al.,2013; Farina et al., 2007;), di composti organici e di idrocarburi volatili nell’acqua (Rezaee et al., 2006; Pusvaškienė et al., 2013). Tuttavia, gli studi citati avevano lo scopo di mettere a punto il metodo cercando di ottimizzarne i parametri analitici (tempi, solventi, concentrazioni ecc.) ma poco è stato trovato per la determinazione dei composti aromatici nei vini. Alla luce dei risultati ottenuti questa tecnica estrattiva presenta alcuni vantaggi, ma non risulta efficace ai fini del nostro progetto perché sembra essere sensibile solo per determinate classi di composti. Per questo motivo non è stata considerata per la caratterizzazione dei composti aromatici di campioni di vini contaminati da Halyomorpha halys. La tecnica SPE resta la tecnica sicuramente più diffusa e conosciuta ed ancora oggi quella di elezione in campo enologico. Tale tecnica, sebbene non del tutto conveniente in termini di tempi e costi, consente di valutare il maggior numero di composti aromatici e di essere estremamente efficace nell’intervallo di concentrazione dei composti presenti nel vino. La seconda parte della tesi ha riguardato la valutazione del quadro aromatico di vini contaminati, in modo progressivo, da Halyomorpha halys. Alla luce delle analisi statistiche effettuate sui dati chimico-fisici e sui risultai emersi dall’analisi del profilo aromatico, è stato possibile riconoscere una differenza tra i vini trattati e il vino testimone (non contaminato). Questo lavoro è in assoluto uno dei primi lavori svolti in Italia al fine di verificare gli effetti della Halyomorpha halys in campo enologico.
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