Riassunto analitico
A partire dalla crisi finanziaria 2007-2008 gli operatori del settore, soprattutto i policy maker, hanno riscoperto come oggetto di studio una tipologia di rischio fino ad allora praticamente trascurata o considerata solo in modo marginale: il rischio sistemico. Dal punto di vista della regolamentazione si è compreso che la logica microprudenziale non è in grado, da sola, di raggiungere l’obiettivo della stabilità finanziaria a livello di intero sistema vista la complessità e le interconnessioni esistenti all’interno di quest’ultimo. Negli ultimi anni, infatti, rapportandosi con la complessa problematica Too-big-to-fail, le autorità hanno definito criteri per l’individuazione delle cosiddette Systemically Important Financial Institutions (SIFI) e Global Systemically Important Banks (G-SIB), con l’obiettivo di stabilire requisiti patrimoniali aggiuntivi per queste istituzioni, concependo inoltre meccanismi di risoluzione in grado di gestire al meglio il loro eventuale dissesto. Il lavoro di tesi presenta alcune misure delle misure di rischio sistemico market data based presenti in letteratura, indagando in particolar modo la validità della Marginal Expected Shortfall (MES), misura proposta da Acharya et al. (2010) che estende il concetto di Expected Shortfall (ES) per ottenere una misura di fragilità sistemica di un’istituzione finanziaria in grado di cogliere la sua perdita in termini di capitale in caso di crisi. Lo studio si propone di valutare la bontà della MES, specialmente la sua capacità previsiva nei confronti del rischio sistemico realizzato, all’interno di una logica regolamentare. In particolare, si vuole esaminare la sua capacità ex-ante di stima del rischio sistemico realizzato ex-post misurato rispettivamente in termini di deficit di capitale dall’ultimo stress test regolamentare condotto dall’European Banking Authority (EBA), o in termini di rendimenti realizzati dalle singole istituzioni finanziarie durante il periodo di crisi europeo (2011-2012). Infine, l’ultima parte del lavoro è volta all’analisi della reazione dei mercati in seguito alla diffusione dei risultati degli stress test sui mercati, avvenuta il 26 Ottobre 2014. La Marginal Expected Shortfall si dimostra una misura di rischio sistemico utile per l’individuazione della “fragilità sistemica” di un’istituzione finanziaria, ossia della sua perdita in termini di capitale in un contesto caratterizzato da uno shock negativo per il sistema finanziario o per l’economia, accostandosi molto alla logica degli stress test regolamentari. Il principale vantaggio della MES è legato alla relativa facilità di stima e di utilizzo essendo una misura statistica di tail risk basata su dati pubblicamente disponibili. Tale misura di rischio sistemico non è sempre in grado, però, di agire come indicatore ex-ante in grado di fornire early warning signals prima di una crisi finanziaria. Per questi motivi, la MES può definirsi una valida misura di rischio sistemico potenzialmente impiegabile dagli operatori del settore finanziario e dai regulator in affiancamento ad altri indicatori di bilancio e agli esercizi di stress.
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