Riassunto analitico
Il tema riguarda quelle valutazioni effettuate dalla pubblica amministrazione che richiedono necessariamente competenze di ordine tecnico, cioè non appartenenti alla comune scienza ed esperienza e oggetto di discipline specialistiche, sulla base della progressiva “specializzazione” del sapere che caratterizza la cultura moderna. Riguardo a siffatte valutazioni si è incentrata e continua ad incentrarsi buona parte della discussione dottrinale e giurisprudenziale sui poteri del giudice amministrativo, nell’ambito del proprio sindacato di legittimità. La tesi segue l’evoluzione del pensiero dottrinale e dell’orientamento giurisprudenziale sul tema in questione, cominciando dalle posizioni più risalenti che ascrivevano le valutazioni tecniche all’area delle competenze riservate della P.A., passando attraverso le teorie del controllo limitato su di esse, e pervenendo infine alle teorie attuali sul sindacato pieno ed intrinseco. Le valutazioni e i giudizi tecnici dell’amministrazione si presentano inevitabilmente connessi con la ponderazione degli interessi pubblici, e quindi vanno ad incidere su quei profili dell’attività amministrativa che sono insindacabili. Particolare attenzione è dedicata ai contesti in cui l'attività tecnica della pubblica amministrazione risulta assai complessa e frutto di valutazioni altamente opinabili. Viene preso in esame l'ampio settore dei giudizi espressi dalle Commissioni in concorsi ed esami pubblici. La riflessione si incentra, in definitiva, sulla necessità di individuare una modalità per conciliare le esigenze di pienezza ed effettività della tutela giurisdizionale con quelle di salvaguardia delle prerogative dell’amministrazione pubblica.
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