Riassunto analitico
Il primo capitolo esplora la body percussion, l'arte di produrre suoni attraverso il corpo, che ha radici antiche e viene utilizzata in contesti didattici, terapeutici e sociali. Si esamina la sua importanza in ambiti storici e pedagogici, citando figure come Babatunde Olatunji, Emile Jaques-Dalcroze, Carl Orff e Zoltán Kodály. Questi pedagogisti hanno promosso l'integrazione del corpo con la musica come strumento educativo. Keith Terry ha coniato il termine "Body Music" nel 1979, mentre il metodo BAPNE unisce scienze e body percussion per stimolare lo sviluppo cognitivo ed emotivo. Il secondo capitolo si concentra sulle Indicazioni Nazionali (2012), che promuovono una didattica integrata e trasversale. La body percussion viene vista come una pratica educativa che attraversa diverse aree, stimolando competenze nei bambini, come la relazione con gli altri e l’espressione creativa. Nella scuola primaria, la body percussion favorisce l’espressione corporea, la collaborazione e la consapevolezza interculturale. La didattica della body percussion in Italia è ancora in fase di sviluppo, ma gli insegnanti, come Ciro Paduano e Riccardo Pinotti, offrono differenti esercizi per coinvolgere i bambini in attività ritmiche, inclusive anche per chi ha limitazioni fisiche. La body percussion è anche proposta come strumento per risolvere conflitti, migliorando empatia e comunicazione. Nel terzo capitolo si analizzano i benefici della body percussion sulle funzioni esecutive, come inibizione, attenzione, memoria di lavoro e flessibilità cognitiva. Queste funzioni sono cruciali per il comportamento autonomo, altri studi suggeriscono che la body percussion possa migliorare competenze socio-emotive, come la gestione delle emozioni e la creazione di relazioni positive.
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