Riassunto analitico
Le storie sono simulazioni di problemi, e attraverso la loro fruizione possiamo migliorare la nostra capacità di affrontare problemi reali: la finzione è un'antica e potente tecnologia di realtà virtuale che simula i grandi dilemmi della vita umana. Quando ci troviamo a fruire opere di fiction narrativa ci identifichiamo con i protagonisti, e veniamo teletrasportati in un universo parallelo: il nostro cervello prova le stesse sensazioni dei personaggi, come se ciò che accade a loro stia succedendo a noi, e questa costante attivazione dei nostri neuroni rafforza e ridefinisce le nostre vie neurali, rendendoci abili ad affrontare i problemi dell'esistenza. La finzione è quindi, evoluzionisticamente, vantaggiosa per noi: consente al nostro cervello di fare pratica con le reazioni ai problemi e alle sfide cruciali per la sopravvivenza della nostra specie. Oggi le nostre risposte alla finzione narrativa vengono studiate a livello neurale. Uno degli ultimi sviluppi della ricerca si occupa di cercare di comprendere come le narrazioni possano agire a livello ormonale. In questa trattazione, dopo un’approfondita analisi del nostro cervello e del suo funzionamento, ci siamo soffermati sull’effetto delle narrazioni sul corpo a livello endocrino, utilizzando brani tratti dalle opere di Charles Dickens. Se le narrazioni possono farci provare le medesime emozioni di un evento realmente vissuto, ciò implica che a livello corporeo avremo le stesse reazioni fisiche alle emozioni provate, ovvero lo stesso rilascio di ormoni e di neurotrasmettitori ad esse connessi. Il livello di immersione e connessione con il mondo finzionale è così elevato da indurre addirittura piacere, e migliora il livello di soddisfazione e benessere nella nostra vita al punto da farci mescolare realtà e finzione: questo è il momento in cui il nostro corpo inizia reagire a livello endocrino, mettendo in circolo l'ossitocina, la molecola dell'empatia e della socializzazione, e, insieme ad essa, dopamina, serotonina, endorfine, cortisolo. Quando viviamo un'esperienza finzionale la nostra mente determina nuove connessioni neurali: l'esperienza della narrazione finzionale rende più empatico chi vi si immerge, e ha un impatto profondo sul modo in cui gli individui si percepiscono e si comportano nella vita quotidiana. Comprendere il modo in cui i sistemi neurali ormonali reagiscono ad essa può permettere di prevedere come una persona agirà e modificherà il suo comportamento in base alle storie fruite. Ormoni e neurotrasmettitori diventerebbero cruciali anche per la comprensione degli atteggiamenti e della cultura in determinate epoche storiche, che sarebbero quindi influenzate dalle narrazioni che le permeano. Se questo è valido in termini evoluzionistici, allora le persone che consumano molta fiction narrativa dovrebbero avere maggiori competenze sociali rispetto a chi non ne consuma. Vari studi hanno riscontrato che i lettori forti di fiction hanno competenze sociali migliori di quelle di coloro che leggono principalmente non fiction, e migliori risultati nei test di abilità: la finzione narrativa otterrebbe questo obiettivo modificando le connessioni neurali del nostro cervello. Questa visione delle narrazioni è l’ultima frontiera degli studi di narratologia, che ha come fine ultimo il miglioramento della società in cui viviamo, e la creazione di individui consapevoli, in grado di pensare autonomamente e di comprendere le sfide che l’evoluzione imporrà alla specie.
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Abstract
Stories are simulations of problems, and through their fruition we can improve our ability to face real problems: fiction is an ancient and powerful virtual reality technology that simulates the great dilemmas of human life. When we find ourselves enjoying works of narrative fiction we identify with the protagonists, and we are teleported into a parallel universe: our brain feels the same sensations as the characters, as if what happens to them is happening to us, and this constant activation of our neurons strengthens and redefines our neural pathways, making us able to face the problems of existence. Fiction is therefore, evolutionarily, advantageous for us: it allows our brain to practice reacting to problems and challenges that are crucial to the survival of our species. Today, our responses to narrative fiction are studied at the neural level. One of the latest developments in research is trying to understand how narratives can act at a hormonal level. In this paper, after an in-depth analysis of our brain and how it works, we have focused on the effect of narratives on the body at an endocrine level, using passages from the works of Charles Dickens. If narratives can make us feel the same emotions as a real event, this implies that at a bodily level we will have the same physical reactions to the emotions felt, that is, the same release of hormones and neurotransmitters connected to them. The level of immersion and connection with the fictional world is so high that it even induces pleasure, and improves the level of satisfaction and well-being in our lives to the point of making us mix reality and fiction: this is the moment in which our body begins to react on an endocrine level, releasing oxytocin, the molecule of empathy and socialization, and, together with it, dopamine, serotonin, endorphins, cortisol. When we have a fictional experience, our mind determines new neural connections: the experience of fictional narration makes those who immerse themselves in it more empathetic, and has a profound impact on the way individuals perceive and behave in everyday life. Understanding how hormonal neural systems react to it can allow us to predict how a person will act and modify their behavior based on the stories consumed. Hormones and neurotransmitters would also become crucial for understanding attitudes and culture in certain historical eras, which would therefore be influenced by the narratives that permeate them. If this is valid in evolutionary terms, then people who consume a lot of narrative fiction should have greater social skills than those who do not consume it. Various studies have found that strong fiction readers have better social skills than those who mainly read non-fiction, and better results in ability tests: narrative fiction would achieve this by modifying the neural connections of our brain. This vision of narratives is the latest frontier of narratology studies, which has as its ultimate goal the improvement of the society in which we live, and the creation of aware individuals, capable of thinking autonomously and understanding the challenges that evolution will impose on the species.
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