Riassunto analitico
L’evento meteorologico estremo del 15 settembre 2022 ha determinato significative variazioni geomorfologiche nel fiume Misa, motivando l’analisi e la mappatura geomorfologica di tali mutamenti nella presente tesi. I principali scopi di questa tesi sono stati: (i) descrivere i processi occorsi e le variazioni geomorfologiche ed che l’evento di piena ha causato nel fondovalle del Misa, con particolare attenzione allargamento dell’alveo attivo; (ii) valutare quali fattori morfologici e morfometrici del corso d’acqua e della valle (larghezza alveo iniziale, pendenza, confinamento) hanno influenzato l’allargamento del canale; (iii) valutare se la presenza di opere antropiche, che interrompono la connettività longitudinale dei sedimenti, possa aver influito sulla messa in posto di grandi corpi deposizionali di overbank posti a dislivelli molto elevate rispetto al letto del fiume; (iv) proporre una scheda di rilevamento standard, al fine di rilevare gli alvei in seguito ad eventi alluvionali estremi.
Lo studio è stato articolato in due fasi: una fase sul campo e una di remote sensing supportata da strumenti GIS. Sul campo sono state identificate e analizzate le forme e i principali processi innescati dall’evento alluvionale nel corridoio fluviale del fiume Misa, inoltre sono stati quantificati i dislivelli tra le varie superfici fluviali interessate dall’evento e sono state caratterizzate le sponde e le scarpate fluviali in termini di composizione e morfologia. Infine, è stata svolta una caratterizzazione dei depositi di ghiaie trasportati e deposti durante la piena su superfici terrazzate poste a dislivelli fino a 10m rispetto al talweg del canale. Le osservazioni effettuate sono state sintetizzate in sezioni schematiche dell’alveo e delle superfici adiacenti. Nella fase di remote sensing, sono stati mappati i principali processi causati all’evento alluvionale. In particolare, sono state analizzate le principali variazioni geomorfologiche, specialmente in riferimento alla variazione della larghezza media dell’alveo attivo. Tale operazione è stata effettuata attraverso l’analisi e la comparazione di due ortofoto multi-temporali, rilevate prima e dopo dell’evento alluvionale. I risultati ottenuti dalle fasi di campo e di remote sensing sono stati utilizzati per proporre una scheda di rilevamento specifica per l’analisi delle aste fluviali in seguito ad eventi estremi.
L’analisi ha evidenziato che la principale variazione morfologica indotta nel fiume Misa a seguito dell’alluvione del settembre 2022 è stato l’allargamento dell’alveo attivo. In particolare, durante la piena l’alveo si è allargato a seguito di processi di erosione spondale e di deposizione di ghiaie sulle superfici laterali (larghezza durante l’evento), per poi restringersi in aree più limitate dopo il passaggio dell’onda di piena (larghezza post evento). Tali condizioni sono state attribuite alle caratteristiche composizionali e morfologiche delle sponde ed ai forti dislivelli tra l’alveo pre-evento e le superfici terrazzate (fino a 10m). La larghezza media precedente all’evento è risultata pari a 12 m, quella durante l’evento pari a 30,7 m mentre quella post evento è stata stimata uguale a 20,5 m. Di conseguenza, il rapporto medio tra le larghezze prima dell’evento e durante l’evento è stato stimato pari a 3,3 mentre quello valutato per l’alveo post evento pari a 2,3.
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