Riassunto analitico
I cannabinoidi sintetici sono composti appartenenti a sostanze psicoattive che agiscono come agonisti dei recettori per i cannabinoidi. Questi recettori, nell’uomo si dividono in due isoforme: CB1R e CB2R. Mentre il CB2R è maggiormente espresso nelle cellule immunitarie e linfatiche, il CB1R è prevalentemente espresso a livello centrale rendendolo il principale responsabile degli effetti psicoattivi. A tal proposito, il CB1R può essere stimolato sia da ligandi endogeni come gli endocannabinoidi (Anandamide e 2-acilglicerolo), che da ligandi esogeni. A quest’ultima categoria appartengono il THC, che è l’elemento psicoattivo più noto presente nella cannabis con un’azione agonista parziale così come i cannabinoidi sintetici che invece sono agonisti pieni per il recettore. Difatti, lo scopo iniziale della sintesi dei Synthetic CannaBinoids (SCBs) era quello di avere un composto più affine per il CB1R di modo tale da studiarne meglio il signaling e gli effetti. Tuttavia, presto queste molecole sono state sintetizzate anche nei laboratori clandestini e diffuse come alternativa alla cannabis. A tale classe di composti, appartengono molecole con struttura chimica differente e il numero delle nuove molecole è aumentato rapidamente soprattutto negli ultimi dieci anni. Nonostante la diversità strutturale, si possono identificare delle porzioni comuni tra cannabinoidi sintetici diversi: il nucleo centrale, che può essere formato da un indolo o da un indazolo (più raramente un 7-azaindolo), una coda alchilica spesso fluorurata in posizione terminale ed infine una porzione di testa di natura lipofilica (come un benzile, un naftile o ciclopropile) legata al core da un linker di natura acilica o ammidica. Questa diversità strutturale è data dalle numerose modificazioni chimiche possibili a partire da un cannabinoide sintetico di partenza, le quali possono essere sfruttate dai chimici clandestini per eludere le restrizioni legali e sintetizzare composti legalmente accettabile. Il tutto è catalizzato da processi di sintesi semplici ed economicamente convenienti. Con l’aumento dell’affinità per il CB1R e l’eliminazione del cannabidiolo dalle preparazioni, i consumatori di cannabinoidi sintetici manifestano generalmente effetti collaterali più gravi rispetto a quelli dei tradizionali fitocannabinoidi con percentuali maggiori di letalità. Inoltre, date le condizioni di sintesi che certamente non seguono le buone pratiche di laboratorio, negli SCB possono essere presenti impurezze o adulteranti estremamente pericolosi per la salute umana. Alla pericolosità data dall’assunzione di cannabinoidi sintetici si aggiunge anche il metabolismo attuato dal nostro organismo, difatti si formano dei metaboliti attivi che rimangono in circolo per più tempo, prolungando gli effetti della sostanza ingerita. Ad oggi, un metodo analitico rapido e clinicamente efficace che conferma l’uso di queste sostanze, è ancora una sfida aperta. Complessivamente, la relativa facilità nella sintesi dei cannabinoidi sintetici e delle sostanze psicoattive ha portato ad una rapida diffusione di esse. Questo stabilisce una nuova emergenza alla quale la sanità pubblica deve far fronte.
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