Riassunto analitico
Questo studio è stato realizzato nel laboratorio del Professor Celestino Santos Buelga, presso il “Departamento de Química Analítica, Nutrición y Bromatología” della Facoltà di Farmacia dell’Università di Salamanca (Spagna), nell’ambito del programma Erasmus+, per il quale la Professoressa Federica Pellati svolge il ruolo di coordinatore scientifico, presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Il progetto è stato svolto sotto la guida scientifica del Professor Celestino Santos Buelga, in stretta collaborazione con la Professoressa Ana María González Paramás. Lo studio si è concentrato sull’indagine dell’attività neuroprotettiva in vivo del cannabidiolo (CBD), utilizzando il nematode Caenorhabditis elegans come organismo modello. Il CBD è uno dei principali fitocannabinoidi non psicoattivi identificati nelle piante di Cannabis sativa L. ed è particolarmente abbondante nelle infiorescenze femminili della canapa da fibra. Durante il progetto di tesi, sono stati utilizzati diversi ceppi di C. elegans che esprimono la proteina β amiloide umana (Aβ), uno dei marcatori biologici del morbo di Alzheimer (AD). Si sono testate le proprietà neuroprotettive del CBD nel prevenire o ridurre l’accumulo della proteina β amiloide, a livello neuronale o muscolare del nematode geneticamente modificato. A tal proposito, sono state condotte tre tipologie di saggi: paralisi, chemiotassi e longevità. Con il saggio di paralisi si è testata l’azione protettiva del CBD sulla formazione dei depositi di Aβ, indotti da stress termico (25 °C) a livello muscolare. In particolare si è osservata la persistenza della motilità del nematode, indizio del minor accumulo di Aβ, per effetto del trattamento con CBD. Con il saggio di chemiotassi, si è testata l’attività neuroprotettiva del composto, valutando la capacità del C. elegans di percepire l’odore caratteristico della benzaldeide (valutazione del deterioramento cognitivo), dopo induzione dell’espressione di Aβ sotto stress termico (25 °C). Infine, mediante il saggio di longevità, è stata determinata la durata della vita del nematode presentante Aβ in maniera costitutiva, dopo somministrazione del CBD. Tutti i saggi sono stati realizzati utilizzando come trattamento CBD con purezza > 99% e concentrazione 5 micromolare e DMSO, come controllo. Come fonte alimentare è stato usato il batterio E. coli OP50. Dall’analisi dei risultati emerge che la percentuale media di nematodi paralizzati in CBD è minore, rispetto alla percentuale media di nematodi paralizzati in DMSO. Ciò potrebbe dimostrare l’efficacia di CBD nel diminuire la paralisi associata all’accumulo del peptide Aβ, forse correlata all’inibizione della sua aggregazione. Anche a livello neuronale il CBD è risultato efficace nel ridurre il deficit olfattivo indotto da Aβ. Al contrario, nel saggio di longevità il CBD non ha fornito gli stessi risultati, in quanto i nematodi trattati con CBD sono risultati meno longevi rispetto al controllo. I risultati ottenuti nel saggio di longevità potrebbero suggerire la necessità di aggiustare le dosi di CBD a seconda che il trattamento sia di breve durata (come nei test di paralisi e di chemiotassi) o di lunga durata (come nel test di longevità). Nel complesso, la valutazione dei risultati ottenuti in questo studio consente di affermare che il CBD rappresenta un composto di origine naturale promettente, con buoni effetti sulla sintesi e/o l’accumulo dell’Aβ. Tuttavia, saranno necessari ulteriori studi con differenti concentrazioni di CBD, per poter confermare questi risultati e completarli, indagando i meccanismi d’azione alla base degli effetti osservati.
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