Riassunto analitico
La tesi intende affrontare il tema della valutazione scolastica e del ruolo che il Movimento di Cooperazione Educativa ha avuto nelle vicende legate alla storia della valutazione degli apprendimenti in Italia. Lo sguardo è circoscritto alla valutazione nella scuola primaria, storicamente il ciclo più aperto alla innovazione e alla riflessione pedagogica sulle pratiche didattiche. Il primo capitolo ripercorre l’esperienza esistenziale e pedagogica di Célestin Freinet, inquadrandola nel contesto dell’attivismo pedagogico europeo. La critica alla scuola tradizionale e la necessità della diffusione di una scuola democratica e cooperativa, che si propone non come teoria pedagogica ma come insieme di tecniche didattiche, sono alle origini della nascita del Movimento di Cooperazione Educativa in Italia. Il secondo capitolo traccia la storia del Movimento di Cooperazione Educativa italiano, nato nel secondo dopoguerra in un clima di forte tensione al rinnovamento democratico del Paese, prosciugato nel corpo e nello spirito dal ventennio fascista. La vita del Movimento attraversa il cammino di ricostruzione democratica dell’Italia e da gruppo di maestre e maestri che cercavano di rinnovare la scuola italiana nel solco di Freinet, si evolve in un Movimento sempre più impegnato nel dibattito pedagogico e politico a sostegno di una scuola di tutti e di ciascuno, soprattutto a partire dagli anni ’60 e ’70 del ‘900. Il terzo capitolo si apre con un excursus sulla storia della valutazione scolastica in Italia, dalla legge Casati fino alle recenti disposizioni sulla valutazione nella scuola primaria, sottolineando il parallelo tra modello di valutazione scolastica e modello sociale ad essa sotteso. L’analisi prosegue con la descrizione del ruolo che il MCE ha avuto nel percorso legislativo della valutazione scolastica italiana in particolare nell’approvazione della legge 41/2020, che abolisce il voto in decimi e dispone il ritorno a una valutazione formativa e regolativa dell’attività didattica, in linea con le ricerche docimologiche e pedagogiche e con quanto l’Attivismo pedagogico sosteneva sulla valutazione già un secolo fa.
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