Riassunto analitico
Il test ecotossicologico per il suolo proposta dall'International Organization for Standardization (ISO 11267) consente di valutare gli effetti tossici di una sostanza utilizzando come organismo test il collembolo Folsomia candida, prendendo in considerazione gli effetti sulla riproduzione. Le linee guida proposte dalla prima edizione del test ISO (1999) considerano solo la valutazione di sostanze inorganiche, utilizzando come substrato il terreno standard artificiale OECD (1984). Questo substrato è poco rappresentativo dei terreni naturali e la seconda edizione (2014) prevede anche l'utilizzo di terreni naturali standardizzati (es. terreno LUFA 2.2) o terreni naturali. Le nuove linee guida, oltre ai contaminanti inorganici, danno la possibilità di valutare anche sostanze organiche, quali sostanze di rifiuto. Fra queste particolare rilievo hanno i digestati, scarti solidi o liquidi del processo di digestione anaerobico, utilizzati come fertilizzanti o ammendanti dei suoli. Studi precedenti, condotti in Dipartimento, hanno rilevato che la valutazione degli effetti di digestati nei terreni proposti dalla procedura ISO 11267 dava risultati diversi a tal punto da portare a valutazioni contrastanti del rischio ecotossicologico. In questa tesi sono stati indagati gli effetti sulla riproduzione di F. candida di due concentrazioni di un digestato ottenuto dalla digestione anaerobica di scarti della coltivazione del mais mescolati con letame (2,5% e 5%) nel terreno LUFA 2.2 e nel terreno del campo da cui provengono e in cui il digestato potrebbe essere utilizzato. In entrambi i terreni è stato osservato un effetto negativo sulla riproduzione del collembolo differente per le due concentrazioni testate e non in linea con quanto osservato nei precedenti studi. In generale i risultati finora ottenuti con sostanze che alterano le caratteristiche del suolo, mettono in discussione l'interpretazione dei risultati del test standardizzato ISO 11267 e l'utilizzo di F. candida in una prospettiva di valutazione del rischio ecotossicologico. Questa specie infatti secondo alcuni autori preferisce terreni con pH intono a 5,4 e il suo utilizzo non sembra ottimale per valutare sostanze che alterano i parametri del suolo, in particolare il pH, e non adatto per terreni alcalini come quelli di gran parte della Pianura Padana. La seconda parte della mia tesi ha riguardato la ricerca di una specie che, a differenza di F. candida, sia presente nei terreni agricoli della Pianura Padana e che possa essere studiata, considerata e proposta in aggiunta a F. candida nello svolgimento di test ecotossicologici secondo le procedure ISO per valutare l'effetto dell'aggiunta di sostanze organiche nel terreno, in particolare dei digestati che vengono smaltiti come fertilizzanti o ammendanti. Si è scelto di utilizzare Parisotoma notabilis, ben rappresentata nel terreno in cui viene utilizzato il digestato e in generale in molti terreni agrari della Pianura Padana dove spesso è risultata specie dominante. Altre caratteristiche che rendono questa specie adatta all'utilizzo in test ecotossicologici sono la riproduzione per partenogenesi telitoca ed un ciclo biologico relativamente breve. Di questa specie è stato studiato il ciclo vitale a 20±1°C per ottenere i dati relativi a deposizione, schiusa ed inizio riproduzione, indispensabili per determinare le modalità e i tempi del test ecotossicologico. In base a ciò è stato allestito un test con P. notabilis condotto nei due terreni standardizzati e consigliati dalle linee guida ISO, considerando anche un diverso pH. Il test è stato ripetuto variando la durata. Questa specie nei test ha mostrato una sopravvivenza superiore all'80%, parametro richiesto per la validazione del test ISO. Per quanto riguarda la riproduzione i risultati in terreno LUFA e OECD a pH 6,0 sono paragonabili, mentre nel terreno OECD a pH 7,0 si è registrato un calo della riproduzione.
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