Riassunto analitico
La finanza c.d. convenzionale, quella che con la globalizzazione ha già ampiamente manifestato le sue potenzialità ma anche le sue criticità e le sue vulnerabilità è già ben conosciuta. Molto da scoprire e da capire c’è invece, ed ancora, della finanza islamica, quella influenzata e plasmata dalla religione musulmana. La tesi si propone di indagare quel sistema di norme, prodotti e servizi in continua evoluzione ed espansione che, pur fra ovvie complessità e incertezze, si ritiene saranno in grado di offrire importanti opportunità anche per il mondo non shariah compliant. I principi musulmani impongono alla finanza islamica una scala di priorità, con i relativi dogmi, significativamente diversi rispetto a quella convenzionale influenzando e strutturando gli strumenti finanziari in modo tale da renderli compliant con quella fede religiosa. Parliamo allora di divieto di pagamento di interessi (riba), di mettere in atto operazioni meramente speculative (gharar) o ad alto grado di incertezza (maysir) o, ancora, di veto verso investimenti in settori banditi (haram), fornendo una visione olistica dell'economia e della società che metta al primo posto la comunità di individui invece del soggetto singolo. In successione verranno poi illustrati gli strumenti finanziari islamici più comuni quali musharakah, mudarabah, murabahah, salam, istisna, ijarah, sukuk, fondi islamici e conto correnti, più eventuali combinazioni fra di essi, spiegandone il funzionamento impiego, il possibile utilizzo nelle economie occidentali ed i rischi e pericoli da valutare e considerare. A fine lavoro verranno proposti alcuni punti di riflessione rispetto alle possibilità che la finanza islamica e quella convenzionale possano contaminarsi positivamente e, a tal fine, si presenteranno due strumenti
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