Riassunto analitico
Il presente lavoro di tesi è volto ad effettuare un'analisi sul tributo introdotto con il decreto legislativo 446/1997 ossia l'imposta regionale sulle attività produttive. La prima parte del lavoro è stata dedicata ad illustrare i caratteri generali partendo dall'evoluzione dell'imposta e passando all'analisi dei soggetti passivi ed esclusi dal tributo, alla determinazione della base imponibile e alla definizione del suo presupposto il quale risiede nell'esercizio di un'attività autonomamente organizzata diretta alla produzione di beni o alla prestazione di servizi. Proprio tale presupposto, come è stato esaminato nel secondo capitolo, ha dato adito a numerose critiche e dubbi di legittimità costituzionale e comunitaria. Le prime perplessità sono scaturite sin dalla sua entrata in vigore, in quanto si riteneva che tale imposta fosse in contrasto con l'art. 53 della Costituzione poiché colpisce una capacità contributiva rappresentata dal valore della produzione netta di un'attività autonomamente organizzata e, dunque, una grandezza non idonea a dimostrare la capacità contributiva dei soggetti interessati. Tuttavia, la Corte Costituzionale con sentenza 156/2001 dichiara costituzionale l'IRAP. Viene poi affrontato il dubbio di legittimità comunitaria in quanto era stata ritenuta una duplicazione dell'IVA e quindi in contrasto con l'art. 33 della VI direttiva. Con la sentenza del 3 ottobre 2006 il Giudice Europeo dichiara l'IRAP compatibile con le norme comunitarie. Infine, nel terzo capitolo, si approfondisce il concetto di autonoma organizzazione e si analizzano i contrasti tra l'Amministrazione finanziaria e quei professionisti che ritengono di non dover pagare l'imposta per assenza del requisito dell'autonoma organizzazione.
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