Riassunto analitico
Paul Watzlawick dichiara: “non si può non comunicare”. Fin dalle origini l’uomo ha cercato modi e stratagemmi per condividere le informazioni con i suoi simili. Col passare dei secoli il modo di comunicare dell’uomo si è evoluto fino ad arrivare alla comunicazione di massa col crescente numero di interazioni anche a distanza di spazio e di tempo. Negli ultimi cinquant’anni è cresciuto l’interesse per un particolare processo cognitivo/emotivo che può avvenire durante l’interazione: l’empatia verso l’altro. Il processo empatico può essere utile in numerosi ambiti della vita quotidiana e negli ultimi anni si sta scoprendo quest’efficacia anche all’interno della comunicazione politica. La ricerca proposta svolge un’analisi sul modo di comunicare in relazione a questo processo fisiologico/cognitivo/emotivo, soprattutto quando l’empatia viene applicata e utilizzata dai leader politici per creare una comunicazione di carattere persuasivo nei confronti dei cittadini. L’elaborato è suddiviso in due parti: una parte teorica e una di carattere empirico. Nella prima sezione vengono messi in luce quali sono gli elementi della comunicazione più importanti per una comunicazione di carattere politico: la fonte, il messaggio e il ricevente. Inoltre vengono spiegate le origini del processo empatico, quali sono i meccanismi alla base di questa complessa emozione e la sua funzione nei diversi ambiti della vita quotidiana. Nella seconda sezione viene svolta un’indagine su un campione di giovani studenti universitari. L’indagine ha lo scopo di verificare se un candidato politico che si dimostra empatico verso gli elettori e le loro difficoltà viene valutato più positivamente e viene votato maggiormente rispetto a un candidato “non empatico”.
|