Riassunto analitico
Gli inizi del Duemila sono stati gli anni segnati dalla convergenza di approcci che, provenienti da discipline nettamente differenti tra loro come economia e psicologia cognitiva, hanno allargato il campo di studi dell’economia arrivando a formare ambiti di studi quasi indipendenti. Questi nuovi filoni, che prendono il nome di neuroeconomia e neuromarketing, si ricollegano alle teorie della psicologia cognitiva e hanno come oggetto di studio i correlati neurologici del consumatore nei diversi contesti economici comprendendo anche alcune fasi come quelle di valutazione, scelta d’acquisto e consumo. Il neuromarketing, in particolare, facendo proprie le teorie della psicologia cognitiva e assorbendo le competenze necessarie per l’utilizzo di particolari apparecchiature (come la fMRI o l’EEG, utilizzate in origine in campo medico per individuare patologie cerebrali) pone la propria lente di ingrandimento sui retroscena neurologici dei comportamenti del consumatore arrivando così a mostrare, ad esempio, cosa accade nel cervello dell’individuo in corrispondenza di un dato brand. La nuova disciplina, pur legandosi a doppio intreccio con gli studi e le teorie sul funzionamento cerebrale di cui ancora non si ha una letteratura completa, si pone come un tassello interessante negli studi comportamentali inserendosi nel mezzo del paradigma stimolo-risposta. Pur presentandosi allo stato attuale ancora in fase embrionale, a distanza di una decina di anni dal suo concepimento il neuromarketing ha già attirato a sé le attenzioni delle multinazionali come anche le critiche da parte del mondo accademico. Se da un lato si propone alle imprese come l’insieme di istruzioni per prevedere il comportamento del consumatore di fronte ad uno stimolo di marketing (una nuova campagna pubblicitaria o un nuovo prodotto) e ricercare e stimolare in lui il tasto d’acquisto, dall’altro il neuromarketing è al centro di contestazioni che lo dipingono come il nuovo volto di una letteratura già nota ma che, servendosi di un prefisso che si ricollega a qualcosa di misterioso come il cervello, attira la credibilità e gli investimenti dei non esperti. Il presente elaborato si pone quindi l’obiettivo di presentare lo stato dell’arte del neuromarketing evidenziando i suoi punti di forza come anche gli aspetti oggetto di critica.
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