Riassunto analitico
Lo storytelling è un elemento spesso associato a opere finzionali e didascaliche, ma la realtà dei fatti presenta uno scenario assai eterogeneo e da approfondire. Come sostiene Margaret Somers in un articolo del 1994, “life is itself storied”: la capacità persuasiva delle storie ha raggiunto qualunque disciplina, mutando in modo radicale le modalità di comunicazione e gli scenari che ne derivano. L’’obiettivo di questa tesi è delineare una proposta di analisi della comunicazione politica contemporanea, ovvero una di quelle aree in cui le dinamiche dello storytelling sono maggiormente sfruttate e, talvolta, portate all’estremo, fino a stravolgere il concetto stesso di “realtà”. Dopo una panoramica prevalentemente di tipo sociologico e cognitivo sullo stato contemporaneo delle narrazioni e su come la loro percezione si sia evoluta nel tempo, si passa a un’analisi linguistica e comunicativa dello storytelling impiegato dall’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Attraverso l’analisi di linguaggio e comunicazione in contenuti narrativi di varia estrazione (conferenze, interviste, reti sociali, raduni, libri), si evidenzia la presenza di collegamenti profondi anche nel caso di contesti comunicativi in apparenza divergenti per strumenti e stile. Il risultato è la formazione di una realtà alterata (post-truth), in cui frasi vuote ed emozioni manifestano una netta superiorità sull’oggettività di fatti e dati concreti. Nonostante la continua evoluzione delle forme di comunicazione e dei concetti affrontati in questo studio, nonché la possibilità di intraprendere analisi con differenti metodologie, portare all’attenzione del pubblico alcuni schemi narrativi ricorrenti aiuta ad acquisire consapevolezza e ad affrontare temi eterogenei con un rinnovato spirito critico che sia attento al potenziale nascosto della comunicazione verbale e non verbale.
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