Riassunto analitico
La ricerca analizza il ruolo del fumetto come strumento di educazione e propaganda nell’Italia fascista, con particolare attenzione alla costruzione dell’identità femminile nelle pubblicazioni destinate all’infanzia e alla gioventù. Attraverso l’analisi dei fumetti ospitati sulle pagine dei periodici tra il 1922 e la Seconda Guerra Mondiale, si evidenzia come il regime abbia utilizzato questi mezzi per veicolare ideali, miti e riti, trasmettendo un modello di giovane eroe fascista ben preciso e un modello di donna conforme agli ideali fascisti. Il primo capitolo affronta la storia del fumetto italiano dalle origini, con la nascita del Corriere dei Piccoli nel 1908, fino alla censura imposta dal regime prima nel 1938 e successivamente nel 1943. Il fumetto, inizialmente un mezzo di intrattenimento e formazione per i più giovani, diventa, con l’ascesa del fascismo, uno strumento politico per promuovere i valori nazionali e censurare le influenze ritenute pericolose, come quelle americane, ad eccezione di Topolino. Il secondo capitolo approfondisce il progetto pedagogico fascista per il controllo delle masse giovanili e il ruolo dei fumetti nella trasmissione dell’ideologia di regime. Attraverso le storie pubblicate su varie riviste dell’epoca, come il Corriere dei Piccoli, il Balilla, il Vittorioso, l’Avventuroso, Jumbo, Giungla! e l’Audace, vengono analizzate le tematiche principali: l’esaltazione della guerra, la figura dell’eroe fascista, la legittimazione del colonialismo e del razzismo oltre che l’antisemitismo e l’oppositore politico. In questo contesto, il fumetto diventa un potente veicolo di propaganda volto a plasmare l’immaginario dei giovani lettori. Il terzo capitolo si concentra sui modelli di educazione femminile trasmessi attraverso i fumetti e nelle riviste per bambine, con particolare attenzione a La Piccola Italiana, periodico destinato alla formazione delle future madri e mogli fasciste. Attraverso l’analisi di racconti, rubriche e strisce illustrate, emergono i modelli di comportamento imposti alle bambine: la perfetta piccola italiana è docile, patriottica, dedita alla famiglia e al sacrificio per la nazione. Viene inoltre esaminato il ruolo delle protagoniste femminili nei fumetti pubblicati sulle altre testate dell’epoca, di avventura e non, come Il Corriere dei Piccoli, Il Balilla, Topolino, il Monello, il Vittorioso, l’Avventuroso, Giungla! e Jumbo evidenziando la contrapposizione tra esempi virtuosi e figure negative. Questa ricerca dimostra come il fumetto, spesso considerato un semplice mezzo di svago, sia stato in realtà un efficace strumento di propaganda e costruzione identitaria soprattutto per i bambini e le bambine.
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