Riassunto analitico
Nel primo capitolo di questo elaborato di tesi si trova una dettagliata analisi di quello che è il sistema formativo integrato proposto dal pedagogista Franco Frabboni. L’idea di fondo che si vuole fare emergere è che l’esperienza educativa, per essere efficace, si deve realizzare attraverso una pluralità di contesti: a scuola, in famiglia e nei vari luoghi di aggregazione non formali ma intenzionalmente educativi, come associazioni, gruppi scout, oratori eccetera. Tutti queste agenzie educative, quindi, non dovrebbero operare da sole, ma dovrebbero mettere in campo una serie di intese e sinergie al fine di creare vere e proprie alleanze educative in modo da andare a costituire, all’interno di un certo contesto territoriale, un approccio educativo integrato. Il secondo capitolo vuole analizzare come il modello del sistema formativo integrato descritto in precedenza possa avere dei risvolti e dei vantaggi anche sulla dimensione interculturale dell’educazione. La rete territoriale che si viene a creare dall’alleanza messa in campo dalle varie agenzie educative può, infatti, diventare significativa anche nell’ambito dell’integrazione culturale, in quanto bambini e ragazzi di ogni etnia e cultura possono trarre beneficio da un sistema educativo che condivide un modello comune e che opera su obiettivi e principi condivisi. Il terzo capitolo tratta l’interculturalità nella normativa italiana e vengono delineate tutte le tappe legislative e normative che, dalla fine degli anni ’80 al 2015, hanno portato allo sviluppo dell’educazione interculturale in Italia, assecondando quelli che erano i cambiamenti socio culturali in atto in un contesto che stava diventando sempre di più multiculturale. Nel capitolo, inoltre, si è voluto analizzare come il curricolo scolastico del primo ciclo d’istruzione si sia adattato e ristrutturato in prospettiva interculturale. Grazie alle Indicazioni Nazionali sono stati analizzati in modo molto profondo i campi d’esperienza, relativi alla scuola dell’infanzia, e gli ambiti disciplinari, relativi alla scuola primaria, al fine di andare a ritrovare e approfondire tutti quei riferimenti interculturali che permettono alla scuola di promuovere un’educazione interculturale in qualsiasi momento e situazione. Nel quarto capitolo viene descritto ed analizzato l’oratorio come importante agenzia educativa ed efficace officina di processi e pratiche interculturali. In una prima parte si sono approfonditi quelli che sono i nuovi tratti identitari e le logiche d’azione con il quale l’oratorio dà delle direzioni di senso al suo agire ad alla sua proposta educativa, grazie anche a personale appositamente formato e con competenze specifiche. In una seconda parte l’oratorio viene analizzato come un contesto in cui l’integrazione è vissuta pienamente, un contesto in cui, al di là delle diverse appartenenze religiose, ognuno può sentirsi accolto e accettato, in quanto questo ambiente rappresenta uno spazio privilegiato d’incontro tra bambini e ragazzi provenienti da varie culture, e in cui vengono favoriti spontanei processi interculturali. Alla fine del capitolo è riportato un esempio significativo del modello oratoriano descritto in precedenza. Si tratta del “Progetto Oratori”, un modello innovativo adottato sin dal 2000 nella realtà di Parma e provincia. Nel quinto e ultimo capitolo vengono descritti, a titolo esemplificativo, due contesti in cui sono attuati dei progetti in cui vi è attivata una solida collaborazione tra l’agenzia scolastica e la realtà oratoriana. In particolare, si è voluto riportare alcuni interventi che, grazie alla rete instaurata tra i due contesti educativi, sostengono l’integrazione e l’inclusione di bambini, ragazzi e famiglie con background migratorio. Gli esempi riportati sono tutti attivati all’interno di strutture facenti parte del “Progetto Oratori”, coordinato dalla Cooperativa Eidé di Parma.
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