Riassunto analitico
La ricerca prende le mosse dalla volontà di conoscere e approfondire l’attuale struttura del settore olivicolo-oleario caratterizzato da minacce e opportunità provenienti dall’attuale contesto internazionale. Se fino agli anni ottanta l’Italia ha rappresentato l’epicentro del bacino del Mediterraneo per la produzione dell’olio di oliva, oggi, gli equilibri di un tempo sono stati interrotti, infatti, il territorio nazionale da qualche tempo deve fare i conti con un’aggressiva concorrenza estera. La liberalizzazione degli scambi commerciali, l’incalzante incremento dei volumi prodotti e la mancata presenza delle istituzioni ha condotto l’intera filiera ad una fase critica del suo sviluppo. Se da un lato il quadro appena presentato potrebbe sembrare apocalittico, fortunatamente, esiste l’altro lato della medaglia rappresentato dall’aumento della domanda per l’olio di oliva di qualità proveniente dall’estero. Buone sono le basi per poter crescere maggiormente sui mercati esteri, sfruttando quella fama che il settore agroalimentare italiano come molti altri settori ha saputo conquistarsi in tutto il mondo. Per aver successo al di fuori dei confini nazionali bisogna puntare sui principali punti di forza che da sempre fanno tendenza all’estero e per essere pronti a cogliere le opportunità che si presentano, l’Italia deve impegnarsi nella realizzazione di veri e propri programmi di filiera che coinvolgano le diverse forze imprenditoriali per insieme trovare i giusti compromessi al fine di valorizzare e la qualificare la produzione dell’olio di oliva extravergine italiano. Il percorso da tracciare per il settore olivicolo-oleario, se si vorrà ottenere un vantaggio competititvo, dovrà quindi basarsi sulla differenzazione qualitativa. Bisogna cambiare rotta e per far ciò gli operatori italiani del settore olivicolo dovranno affrontare un’importante sfida: impegnarsi al massimo per valorizzare la produzione olearia di extravergini, migliorarne le proprietà salutistiche e sensoriali e innovare l’olivicoltura con modelli colturali che consentano l’abbattimento dei costi. Una sfida per niente facile ma indispensabile per risollevare non semplicemente un settore ma tutta una cultura, un territorio, un popolo.
|