Riassunto analitico
L’analisi del capello è una modalità accertativa sempre più impiegata nella ricerca di farmaci e di sostanze di abuso; permette di valutare l’uso pregresso nel tempo e di stimare il periodo di tale utilizzo in relazione alla lunghezza dei capelli. L’indagine su matrice cheratinica parte dal presupposto che le sostanze d’abuso incorporate nella struttura pilifera durante la cheratinizzazione vi rimangono stabilmente; tale azione “sequestrante” consente un significativo ampliamento della “finestra di sorveglianza” permettendo, pertanto, un’indagine retrospettiva in termini di settimane, mesi e/o anni del consumo pregresso di xenobiotici. Inoltre, l’analisi su sezioni seriate di capelli fornisce elementi utili a stimare il periodo di assunzioni. Il ruolo dell’”hair testing” come matrice alternativa o complementare si è ultimamente ampliato dall’ambito forense a quello clinico, ponendo la necessità di approfondire la sua applicabilità nel monitoraggio dei programmi riabilitativi e nel “behaviour drug use”. Una delle problematiche maggiormente discusse e non ancora definitivamente delineate è la possibile correlazione tra la dose assunta da un soggetto e la quantità rinvenuta nei capelli, che comporta la valutazione di più variabili coinvolte (fattori intrinseci al paziente, tipologia di sostanza, via di somministrazione, trattamenti cosmetici, metodica analitica utilizzata). Al fine di approfondire tali aspetti, il presente lavoro di tesi si è occupato dell’accertamento della Buprenorfina nei capelli di tossicodipendenti in terapia di disassuefazione. Dopo una review della letteratura scientifica sulla farmacologia della Buprenorfina e sulla sua determinabilità in matrici pilifere, è stato ottimizzato un metodo LC-tandem MS che è stato applicato su 189 campioni di capelli, inviati dal SerT, al fine di valutare gli esiti del trattamento (outcome). Su due soggetti è stata effettuata un’analisi segmentale con la finalità di controllare la variabilità della concentrazione dello xenobiotico in esame. Nell’interpretazione finale dei dati è stato preso in considerazione il fatto che esistono numerose variabili che possono influenzare l’incorporazione di uno xenobiotico nella matrice cheratinica.
|