Riassunto analitico
Il melanoma è un tumore che origina dei melanociti ed è la forma più aggressiva di cancro alla pelle, dal momento che ha un elevato potenziale metastatico e non risponde alle attuali terapie. È una malattia complessa ed eterogenea e il rischio di insorgenza è legato a fattori genetici, fenotipici, ambientali, tra cui l’esposizione ai raggi UV, e le combinazioni tra questi. Il tumore primario se diagnosticato in fasi precoci può essere asportato mediante trattamento chirurgico, ma nel caso di melanoma avanzato solo il 5-10% dei pazienti sopravvive oltre 5 anni, per questo motivo risulta essenziale l’individuazione di nuovi bersagli per lo sviluppo di trattamenti terapeutici. Recentemente è stato osservato che le cellule di melanoma, mediante il rilascio di melanosomi nel derma, formano una nicchia pro-tumorale che ne aumenta la capacità di invasione e di disseminazione metastatica. Sulla membrana dei melanosomi è presente il canale cationico TPC2, il quale a seguito della stimolazione da parte dell’adenina dinucleotide fosfato dell’acido nicotinico (NAADP) rilascia ioni calcio. Questo canale sembra essere coinvolto in diverse condizioni patologiche e in numerosi aspetti relativi alla tumorigenesi e metastatizzazione. Poiché in cellule di melanoma è stato osservato che a seguito dell’inibizione della via di segnalazione del NAADP si ha non solo una diminuzione nella proliferazione ma anche una riduzione della capacità invasiva, ipotizziamo che il canale TPC2 del melanosoma giochi un ruolo essenziale nella progressione tumorale. In questo progetto di tesi abbiamo valutato l’espressione di TPC2 in melanomi primari e in linee cellulari umane di melanoma con diverse caratteristiche genetiche e un diverso grado di aggressività. Gli esperimenti effettuati sia in coltura bidimensionale che in modelli tri-dimensionali con sferoidi multicellulari, hanno mostrato un’espressione variabile di TPC2 sia in base all’aggressività tumorale che alle caratteristiche specifiche delle linee utilizzate, ad esempio il sito metastatico d’origine. Dal momento che in cellule di melanoma è stata osservata una diminuzione nella capacità di proliferazione e migrazione a seguito dell’inibizione della via di segnalazione del NAADP, supponiamo ci sia un diretto coinvolgimento di TPC2 in questi processi cellulari. Per indagare il ruolo di TPC2 abbiamo deciso di utilizzare due diversi approcci, l’inibizione del canale con Naringenina (Nar), un flavonoide naturale non tossico, e il silenziamento tramite siRNA. Inizialmente abbiamo valutato la proliferazione e la vitalità cellulare mediante saggio MTT in sferoidi multicellulari trattati con Nar, e abbiamo osservato una riduzione di vitalità dipendente sia dal tempo che dalla concentrazione di Nar. Inoltre, per quanto riguarda la capacità di invasione delle cellule è stata osservata una diminuzione dei markers di progressione tumorale e una minore capacità migratoria dopo silenziamento o trattamento con Nar. Infine, poiché è stato precedentemente dimostrato che le cellule di melanoma aumentano la loro capacità invasiva rilasciando nel derma i melanosomi, abbiamo ipotizzato che il canale TPC2 contribuisca alla regolazione del traffico dei melanosomi e in questo modo anche all’aggressività tumorale. Dopo trattamento di differenti linee cellulari con Nar abbiamo determinato la concentrazione cellulare di melanina e analizzato tramite microscopia a immunofluorescenza il marker melanosomiale Pmel17, notando un aumento di melanosomi dopo il trattamento. In conclusione, i dati ottenuti finora supportano l’ipotesi che TPC2 svolga un ruolo importante nelle capacità migratorie e invasive delle cellule di melanoma, per questo motivo potrebbe dimostrarsi un interessante nuovo bersaglio terapeutico per il trattamento di questo tumore.
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