Riassunto analitico
Per ragioni riconducibili ad una serie di limiti e bias cognitivi (avversione alla perdita, status quo bias, ecc.) l’opzione di default tende ad essere quella su cui mediamente si concentrano le preferenze del cittadino-utente-consumatore, anche quando siano disponibili alternative più vantaggiose o più rispondenti alle sue effettive esigenze. L’accettazione, a parità di ogni altra condizione, dell’opzione di default assume, alla luce di queste considerazioni, una notevolissima importanza sociale, politica ed economica, che proprio per la portata dei suoi effetti non va trascurata nel processo di progettazione delle politiche pubbliche e di produzione normativa. È compito del legislatore, sia in veste di choice architect pubblico, sia in veste di arbitro e garante dei comportamenti adottati dai choice architect privati, elaborare misure che contemplino l’organizzazione di un contesto decisionale adeguato e che, di volta in volta e secondo i casi, propongano al cittadino un’opzione di default con facoltà opt-in o di opt-out o, ancora, la richiesta inderogabile di una scelta, la cosiddetta active choice, quando per ragioni di natura etica o di opportunità l’opzione di default non fosse giudicata ammissibile.
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