Riassunto analitico
La Prima Guerra Mondiale viene comunemente definita guerra totale. Una guerra quindi che coinvolge tutto e tutti, non solo le principali potenze mondiali ma anche le colonie e i paesi neutrali, non solo gli eserciti ma la società intera. La mobilitazione è totale (militare, finanziaria, civile, industriale, politica) e porta alla creazione di un “fronte interno” a sostegno del fronte bellico. Nonostante alcuni storici abbiano mosso seri dubbi sulla definizione di “guerra totale” attribuita al primo conflitto mondiale, esso è sicuramente stato di dimensioni mai viste in precedenza e ha sconvolto la vita di tutti come nessun altro prima d’allora. Da qui l’appellativo Grande guerra. Una guerra moderna, che ha visto una mobilitazione imponente di uomini, armi e risorse, come è stata la Grande Guerra, doveva essere condotta a livello mentale, oltre che sul campo di battaglia. Non bastava più costringere il popolo a obbedire agli ordini; era necessario invece fare in modo che le persone (soldati, donne, anziani, bambini…) si convincessero della giusta causa della guerra che il proprio paese stava combattendo. E per farlo si doveva controllare l’opinione pubblica, tramite uno strumento di cui si è ben presto imparato ad abusare e che oggi conosciamo molto bene, la propaganda (e con il rovescio della stessa medaglia, la censura). Essa esisteva già da molto tempo, e sicuramente è stata sfruttata molto meglio dai regimi totalitari e dai partiti politici successivi, ma la Grande guerra ha rappresentato un passaggio cruciale per il suo sviluppo. La propaganda durante il primo conflitto mondiale si avvalse di strumenti in parte tradizionali, in parte innovativi. La stampa, espediente per eccellenza per comunicare con il grande pubblico, anche se rivolta a chi in grado di leggere, e i giornali di trincea, per dialogare con i soldati al fronte; cartoline, volantini, manifesti, locandine e opuscoli erano i mezzi tipici, mentre fotografia e cinema, di immediato impatto visivo, rappresentavano una novità. La propaganda si rivolgeva alle truppe e alla popolazione civile, e veniva intrapresa con i mezzi più disparati e dai soggetti più vari: lo Stato e le istituzioni preposte per propaganda e censura; l’esercito, gli ufficiali e i cappellani militari, gli stessi soldati talvolta; testate giornalistiche, gruppi editoriali; intellettuali, giornalisti, artisti, scrittori, singoli che sposavano la causa della guerra; associazioni, enti, comitati non governativi. Nella prima parte della tesi, dopo un breve capitolo introduttivo, analizzo la propaganda svolta in Italia, prima quella interventista, durante i dieci mesi di neutralità, e poi quella bellica, dopo che il governo prese la decisione di entrare in un conflitto che in pochi in realtà volevano. Nella seconda parte faccio la stessa analisi calata nella realtà della provincia di Mantova, un territorio di antica tradizione contadina, a maggioranza socialista, in cui erano davvero in pochi a volere la guerra. Questa tesi è frutto di uno studio su fonti bibliografiche e indirette, e, soprattutto nella parte relativa a Mantova e provincia, di una ricerca condotta su materiali e documenti dell’epoca, reperiti in archivi ed istituti. Si tratta di materiale propagandistico vario, come articoli e inserti di giornale, manifesti, volantini, opuscoli, e documenti prefettizi, ritrovati all’Istituto mantovano di storia contemporanea, in Archivio storico comunale di Mantova, nell’Archivio di Stato di Mantova e in Archivio Centrale di Stato a Roma.
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Abstract
The First World War is commonly called total war. Then a war that involves everyone and everything, not just the major world powers but also the colonies and neutral countries, not only armies but the whole society. The mobilization is total (military, financial, civil, industrial, political) and leads to the creation of a "home front" in support of the war front. Although some historians have moved serious doubts about the definition of "total war" attributed to the First World War, it has definitely been of dimensions never seen before and has shattered the lives of all like no other before. Hence the name Great War.
A modern war, which saw a massive mobilization of men, weapons and resources, as was the Great War, was to be conducted in the mental, as well as on the battlefield. Was not enough to force the people to obey orders; Instead it was necessary to make sure that people (soldiers, women, elderly, children ...) were persuaded of the just cause of the war that their country was fighting. And to do that you had to control public opinion, using a tool that was soon learned to abuse and we now know very well, the propaganda (and the reverse of the same coin, censorship). It had existed for a long time, and certainly it has been exploited better by totalitarian regimes and political parties that followed, but the Great War was a crucial step for its development.
Propaganda during the First World War made use of traditional instruments in part, partly innovative. The press, for excellence expedient to communicate with the general public, although aimed at those who can read, and newspapers in the trenches, to talk with the soldiers at the front; postcards, flyers, posters and brochures were the means typical, while photography and cinema, of immediate visual impact, were a novelty. The propaganda addressed to the troops and the civilian population, and was undertaken with different media and subjects more different: the state and the institutions responsible for propaganda and censorship; the army, officers and military chaplains, the soldiers themselves sometimes; newspapers, publishing groups; intellectuals, journalists, artists, writers, individual espousing the cause of the war; associations, institutions, non-governmental committees.
In the first part of the thesis, after a brief introductory chapter, I analyze the propaganda carried out in Italy, before the interventionist, during the ten months neutrality, and then the war, after the government took the decision to enter into a conflict that few actually wanted. In the second part I do the same analysis lowered into the reality of the province of Mantua, a territory of ancient tradition, a socialist majority, they were very few people want war.
This thesis is the result of a study of bibliographic sources and indirect, and, especially in the part relating to Mantua and province, a survey of materials and documents of the time, found in archives and institutions. It is propaganda varied as articles and newspaper inserts, posters, flyers, brochures, and prefectural documents, found in the Institute of Contemporary History of Mantua, in Municipal Archive of Mantua, in the State Archive of Mantua and Archive central State in Rome.
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