Riassunto analitico
I policheti sono il gruppi dominante in molti ambienti marini di fondo. Il loro successo è legato anche alla capacità di produrre muco, che nella maggior parte delle specie ha una funzione strutturale o/e trofica. Alcune specie producono più tipi di muco che svolgono funzioni molto diverse, tra cui quelle associate alla riproduzione ed alla difesa contro predatori, competitori o patogeni. Il polichete arenicolide Arenicola marina, una delle specie chiave nelle comunità di fondi intertidali molli del Nord Europa, produce un muco trasparente che serve per consolidare le gallerie a forma di U in cui vive e un essudato colorato che viene emesso in risposta allo stress. Allo stato attuale delle conoscenze sui policheti, la capacità di muco colorato in risposta al disturbo è presente solamente in rappresentanti delle famiglie Oenonidae e Arenicolidae. Il muco colorato degli oenonidi è fortemente tossico e rappresenta probabilmente un meccanismo di difesa chimica. In questo lavoro è stato ipotizzato che anche in A. marina l’essudato giallo prodotto dagli animali disturbati possa essere nocivo per altri organismi potenziali competitori o parassiti/patogeni. Per testare questa ipotesi, è stata valutata la tossicità del muco colorato e di estratti in solventi organici di A. marina applicando una nuova versione “micro” del test ecotossicologico sul policheti Dinophilus gyrociliatus. Il test “micro” è eseguito alle stesse condizioni di quello standard ma utilizza piastre multipozzetto in plastica standard da 24 pozzetti rispetto a boveri di vetro. E’ stato osservato che permette una riduzione del 90% del volume di tossico da utilizzare rispetto al test tradizionale. Inoltre la sensibilità a tossici di riferimento è la stessa del test tradizionale e paragonabile a quella caratteristica del ceppo in esame. In seguito al semplice trasferimento degli animali in contenitori di vetro asciutti, A. marina emette piccole quantità di un essudato giallo estremamente liquido. Dopo centrifugazione l’essudato è giallo-verde; tende a scurirsi a contatto con l’aria e in seguito a liofilizzazione diventa grigio-viola insolubile in acqua, mentre è stabile per diversi mesi se congelato a -80°C. Sia l’essudato fresco sia quello congelato sono tossici per D. gyrociliatus: gli organismi test entrano in coma dopo due ore dall’esposizione all’essudato diluito in acqua marina 1:1, ed i valori di LC50 96h si aggirano su 7,1-8,5% di essudato in acqua marina. Aggiungendo butanolo il colore si trasferisce dall’essudato al solvente, virando progressivamente verso il rosso-arancione. Dopo evaporazione, l’estratto in butanolo è tossico per D. gyrociliatus (LC50 96h = 22,4 ppm) I numerosi saggi preliminari sugli estratti essiccati ottenuti dai corpi di A. marina (preventivamente disciolti in DMSO) hanno evidenziato tossicità a concentrazioni minori di 100 ppm solo per la frazione in diclorometano e quella in acetone (Ac, parzialmente solubile in DMSO). La frazione in acetone.è stata ulteriormente ripartita in diversi solventi che sono stati evaporati. Attività tossica è stata evidenziata per le frazioni in esano (Es[Ac], parzialmente solubile in DMSO), diclorometano (DCM[Ac]) e butanolo (B[Ac]). I microtest applicati su queste matrici hanno permesso di ottenere valori di LC50 96h tra 19 ppm (Es[Ac])e 34 ppm (DCM[Ac]). E’ necessaria un’ulteriore purificazione degli estratti per individuare i composti naturali responsabili dell’attività delle matrici testate. E’ improbabile che l’essudato rappresenti una difesa contro predatori visto l’ampio utilizzo di questa specie come esca da pesca ed il fatto che A. marina è attivamente consumata da numerosi predatori. La tossicità dell’essudato e degli estratti esaminati suggerisce che A. marina possieda difese chimiche contro potenziali competitori, parassiti e/o patogeni.
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