Riassunto analitico
Il presente elaborato intende descrivere ed analizzare il fenomeno dei Neet. Acronimo di Not in Education, Employment or Training, tale termine fa riferimento a quei giovani tra i quindici e i ventinove anni, in Italia fino ai trentaquattro anni, che non sono inseriti in alcun percorso di istruzione o formazione, né impiegati in alcuna forma di occupazione. Come riportano diversi studi e ricerche, i Neet rappresentano una popolazione molto differenziata, dove coesistono i disoccupati tradizionali, malati e disabili, giovani che accudiscono altri familiari, casalinghe/i, persone che sono impegnate in attività come l’arte, la musica, l’autoapprendimento, ma anche i lavoratori a nero. Si parla, dunque, di categorie molto diverse tra loro. I fattori che possono favorire l’ingresso in tale condizione sono vari e riguardano principalmente le caratteristiche personali, l’ambito scolastico, il contesto familiare, l’ambito economico e sociale. Chi si trova nello status di Neet, specie se da molto tempo, rischia di andare incontro a conseguenze gravi, che si ripercuotono non solo sull’individuo, ma anche sulla società e l’economia di cui egli stesso fa parte. I dati Eurostat evidenziano come, da anni, l’Italia si collochi ai primi posti nella classifica dei paesi dell’Unione europea con la più alta incidenza di Neet. Questa accentuazione del fenomeno in Italia rispetto agli altri Paesi è legata a tre aspetti: primo, molti giovani si trovano, all’uscita del sistema formativo, carenti di adeguate competenze richieste dalle aziende; secondo, molti altri, pur avendo alte capacità, non trovano posizioni all’altezza delle loro aspettative; terzo, pesa l’inefficienza degli strumenti utili ad orientare e supportare i giovani nella ricerca di lavoro. A tutto ciò si aggiunge anche la presenza di un modello culturale che rende accettabile la lunga dipendenza dei figli adulti dai genitori. Per contrastare il problema dei Neet l’Unione europea ha adottato una serie di iniziative, tra cui, in primo luogo, la Youth Guarantee, la quale è stata istituita attraverso la Raccomandazione del 22 aprile 2013 del Consiglio europeo. Accanto a questa, si inseriscono anche anche i programmi europei Erasmus Plus e Corpo europeo di solidarietà, i quali rappresentano delle importanti opportunità per aiutare i ragazzi ad uscire dalla condizione di Neet. Focalizzando, invece, l'attenzione sull’Italia, il Piano Garanzia Giovani rappresenta sicuramente la strategia più importante messa in campo per fronteggiare il fenomeno. A partire dal 2014 (anno in cui è stato avviato), il programma ha difatti coinvolto tantissimi giovani, avviandoli ad una delle misure di politica attiva previste (come l’apprendistato, il tirocinio, la formazione, il servizio civile, ecc.). Studiosi e ricerche evidenziano però delle importanti criticità in Garanzia Giovani, fra cui, in primis, la difficoltà nell’intercettare i Neet più vulnerabili, ossia quelli con bassi titoli di studi, provenienti da contesti socio-economici particolarmente svantaggiati, con scarsa fiducia nelle istituzioni. Tra il 2021 e il 2022 il governo italiano ha adottato delle nuove strategie per fronteggiare il problema dei ragazzi che non studiano e non lavorano: il Piano Nazionale Neet Working e il Programma GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori). L’elaborato si conclude con l’analisi di due progetti rivolti ai Neet: il progetto Lavoro di Squadra di ActionAid e il progetto Peppy, i quali puntano sullo sviluppo delle competenze trasversali dei giovani per favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro. I risultati mostrano come entrambi i progetti siano due buone strategie per contrastare tale fenomeno.
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