Riassunto analitico
La mobilità internazionale dei lavoratori assume un ruolo protagonista nell’attuale scenario socio–economico italiano. I dati ISTAT sulle migrazioni internazionali della popolazione residente evidenziano una crescente propensione dei giovani più qualificati ad investire il proprio talento in Paesi esteri. Le ragioni di tale fenomeno possono essere ricercate tanto nel negativo andamento del mercato italiano, quanto nell’affermarsi di una nuova ottica di globalizzazione, connotata dalla crescente esigenza per aziende e lavoratori di operare in mercati internazionali. È proprio la prestazione lavorativa all’estero a tracciare il quadro di riferimento entro cui si sviluppa la presente analisi, tesa a chiarire le implicazioni fiscali della mobilità internazionale dei lavoratori dipendenti in termini di doppia imposizione. Il fenomeno della doppia imposizione è infatti originato dal sovrapporsi di potestà tributarie, tra loro concorrenti, di più Stati che fondano le rispettive pretese impositive su criteri non coordinati tra loro. Tale conflitto vede coinvolti lo Stato della fonte e quello della residenza, laddove il primo applichi il principio di territorialità ed il secondo adotti un approccio di tassazione del reddito mondiale. Con prevedibile frequenza il fenomeno della doppia imposizione internazionale si manifesta nei casi di temporanea prestazione lavorativa all’estero da parte di lavoratori dipendenti coinvolti in progetti di mobilità internazionale. La complessità di gestione di tale casistica influenza in modo non trascurabile non solo la posizione soggettiva del contribuente interessato, ma anche quella della società datrice di lavoro in ragione dell’innegabile circostanza per cui il rischio di una duplice tassazione può inibire la libera circolazione di forza lavoro e, conseguentemente, ostacolare lo sviluppo dell’attività di business transfrontaliera. Per sopperire a tali problematiche, i vari assetti tributari internazionali hanno sancito il divieto alla doppia imposizione, da cui è discesa la necessità di individuare ed adottare misure risolutive al problema dell’imponibilità del reddito prodotto su base sovranazionale. Con evidenza le possibili soluzioni attuative non vanno ricercate tanto nella definizione del territorio, quanto piuttosto nell’identificazione di criteri comuni e condivisi tra Stati in grado di fornire precise modalità di localizzazione e di trattamento del reddito. Le misure di intervento finora predisposte operano sia a livello di diritto interno che di convenzioni internazionali. Sono tuttavia ancora molteplici le problematiche applicative, dettate da una normativa in costante evoluzione connotata da peculiari difficoltà interpretative da un lato, e dall’esigenza di un’effettiva cooperazione tra amministrazioni nazionali dall’altro. Scopo del presente elaborato è dunque quello di approfondire la genesi della doppia imposizione e di analizzare vantaggi e limiti dei rimedi prospettati dalla normativa internazionale, dal legislatore fiscale italiano nonché dalle politiche di neutralità fiscale aziendali.
|