Riassunto analitico
La tesi tratta della mia esperienza di ricerca etnografica nella città di Lisbona, avvenuta nei mesi di settembre e ottobre 2017 con persone che fanno uso intensivo di sostanze psicotrope. I canali di accesso al campo sono state due associazioni che lavorano sulla riduzione del danno e minimizzazione del rischio. Una delle due associazioni svolgeva tale attività sul campo, tramite due equipe di strada, che ho accompagnato durante tutto il periodo della ricerca. L’altra associazione invece funzionava come “drop-in” di quartiere, ovvero una struttura a bassa soglia che svolge interventi sociali con adulti in difficoltà. La tesi è divisa in tre parti: nel primo capitolo presento alcune questioni teorico-concettuali che riguardano il contesto urbano in generale, la cosiddetta marginalità (Pina Cabral 2000), la produzione di zone di transizione (Bressan, Tosi Cambini 2011) e di spazi interstiziali (Thrasher 1963). A questo sfondo inserisco la questione specifica del consumo di sostanze psicotrope, dialogando con il concetto di subcultura proposto da Solinas (1998), per capirne l’applicabilità al contesto di Lisbona. Mi soffermo inoltre sul concetto di droga e di alterazione di coscienza (Viana Vargas 2006). A questo punto si apre il tema centrale della tesi che è: quali territorialità e quali corporalità produce l’uso intensivo di sostanze psicotrope a Lisbona? I due capitoli che seguono hanno un taglio tematico e prettamente etnografico. Nel capitolo 2 sono messi in luce spazi, territorialità, gestioni e usi del territorio. Nel capitolo 3 mi soffermo sulla produzione di un certo tipo di corporalità in cui emergono da un lato vissuti specifici legati all’alterazione di coscienza e al piacere, dall’altro forme di violenza, dolore e stigma.
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