Riassunto analitico
La vera competitività aziendale o meglio, il raggiungimento di un vantaggio competitivo sostenibile, deriva dal possedere risorse rare, uniche e inimitabili: attributi appunto che connotano in pieno le risorse umane. Persone, capitale umano, collaboratori, dipendenti, lavoratori, personale: in qualunque modo si vogliano definire coloro che lavorano per un'organizzazione, l'importanza del loro ruolo per l'esistenza stessa di quest’ultima è innegabile. Ma, il riconoscimento della centralità della persona nell’impresa è un cammino che inizia da lontano, dalla fine dell’ottocento, dalla concezione strumentale e funzionalista del lavoratore nel management taylorista e fordista, passando per il graduale riconoscimento dell'uomo in azienda come Risorsa (e non più come fattore di produzione comune), fino ad arrivare allo scenario attuale in cui, oltre allo sviluppo di sofisticate e proficue modalità di gestione del personale, si è arrivati a riconoscere il beneficio economico durevole che l'implementazione di pratiche di responsabilità sociale verso i dipendenti è in grado di arrecare. Tuttavia, ancora oggi, sono poche le organizzazioni che davvero riescono a mettere le proprie risorse umane al centro di tutto; le aziende che hanno maggior successo sono quelle che si sforzano di creare un ambiente lavorativo eccellente, in cui le persone sono stimolate all’innovazione e risultano cooperative. Aspetto di primaria importanza se si considera che i nuovi contesti innovativi e mutevoli richiedono ai lavoratori continui adattamenti, elasticità del comportamento, dei modi di pensare e di agire, necessari alla sopravvivenza e al mantenimento della competitività dell’organizzazione stessa; adattamenti che richiedono una decisa spinta motivazionale. Per fare questo emerge una figura organizzativa capace di far superare i problemi legati alla mutevole situazione contingente, riconoscibile in un leader. Di questo appunto si vuole di
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