Riassunto analitico
Negli ultimi anni i consumatori,sempre più attenti alla qualità degli alimenti,si sono dimostrati molto attivi nella continua ricerca di prodotti che seppur ottenuti con le moderne tecnologie di produzione rispecchiano quanto più possibile aromi e sapori delle produzioni tradizionali senza l’utilizzo di additivi chimici come nitriti,nitrati,acido benzoico e sorbico,anidride solforosa, normalmente impiegati nell’industria alimentare. A tale scopo i laboratori delle industrie agroalimentari hanno incrementato i loro studi scientifici con l’obiettivo di identificare e caratterizzare sostanze naturali ad attività antimicrobica per poter essere poi utilizzate come conservanti naturali. I principali protagonisti di tale categoria prendono il nome di batteriocine e ultimamente hanno suscitato enorme interesse proprio per il loro possibile utilizzo sia in campo clinico, dove potrebbero rappresentare una valida soluzione alternativa agli antibiotici, ma soprattutto per il loro impiego in ambito tecnologico/alimentare.Le batteriocine vengono definite come sostanze di origine batterica dotate della capacità di inibire, anche a basse concentrazioni,la moltiplicazione di altri batteri tassonomicamente affini.Queste rappresentano un gruppo eterogeneo comprendente solitamente le specie produttrici.Le batteriocine prodotte dai batteri Gram-negativi sono generalmente pro¬teine ad elevato peso molecolare che presentano un caratteristico dominio, specifico per l’adesione,la traslocazione o l’attività di killing,mentre le batteriocine prodotte dai batteri Gram-positivi sono generalmente peptidi cationici, di piccole dimensioni e termostabili,inizialmente sintetizzati come pre-peptidi e che in seguito a fenomeni di scissione si trasformano nelle molecole biologicamente attive. In questo progetto di tesi in particolare è stata studiata la produzione eterologa di batteriocine in un ceppo diverso dal quello produttore.Ci siamo serviti di ceppi provenienti da collezioni di laboratorio e da isolamenti ambientali,tutti appartenenti a specie Gram-negative.Inizialmente tutti i ceppi scelti sono stati preventivamente identificati attraverso test biochimici miniaturizzati e successivamente testati per valutare la loro capacità di produrre batteriocine nei confronti di diversi indicatori.Per i migliori produttori è stata poi valutata l’antibiotico resistenza nei confronti di sei antibiotici oltre che la visualizzazione del profilo plasmidico.Tutto ciò volto a identificare i candidati per il successivo step che ha previsto due esperimenti di coniugazione batterica,il primo tra due batteri Gram-negativi mentre il secondo tra un Gram-negativo e un Gram-positivo,finalizzati al passaggio dei geni codificanti per la sintesi batteriocinica, da un ceppo produttore e dunque donatore, ad un ceppo privo di tale capacità, identificato come ceppo ricevente. Nel primo caso lo scopo è stato raggiunto in quanto il ricevente aveva acquisito il gene codificante per la produzione della batteriocina mentre nel secondo esperimento non è stato possibile valutare la produzione di batteriocina nel ceppo ricevente,ma al tempo stesso è stata osservata l’acquisizione di una resistenza agli antibiotici,facendoci presupporre l’avvenuto passaggio di informazioni genetiche nel senso opposto a quello prestabilito.Per concludere, nell’ultimo step entrambe le sostanze batteriociniche prodotte sia del ceppo donatore che del ceppo trasconiugante,sono state sottoposte alla valutazione di diversi caratteri fisico-chimici come resistenza alla temperatura,resistenza al pH,valutazione AU resistenza a enzimi proteolitici, determinazione del peso molecolare ed infine valutazione dello spettro d’azione,al fine di stabilire se la produzione eterologa della batteriocina avesse modificato in modo sostanziale la struttura della sostanza.
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