Riassunto analitico
La cimice asiatica Halyomorpha halys (Heteroptera: Pentatomidae) è un insetto invasivo nativo del Sud Est asiatico ad oggi globalmente diffuso e riconosciuto come fitofago di difficile gestione. È una specie polifaga dotata di elevata mobilità e un elevato potenziale biotico contro cui la lotta chimica si è rivelata essere inefficace. Uno dei possibili metodi per la gestione sostenibile di questo fitofago si basa sulla lotta biologica con parassitoidi oofagi. In Italia, la cimice asiatica è stata rinvenuta per la prima volta nel 2012 e indagini in campo hanno rilevato la presenza del parassitoide autoctono Anastatus bifasciatus e di popolazioni avventizie dei parassitoidi esotici Trissolcus japonicus e Trissolcus mitsukurii. Questi ultimi, con tassi di parassitizzazione intorno al 90%, sono considerati tra i principali candidati per il controllo biologico della specie target. Trissolcus japonicus, a seguito di una direttiva del Ministero di transizione ecologica (MITE), è stato scelto per essere rilasciato sul territorio italiano nell’ambito di un programma di lotta biologica classica della durata di tre anni e che ha coinvolto diverse regioni del Nord e centro Italia. Questo lavoro di tesi, condotto nel terzo anno del suddetto programma di lotta biologica, ambiva a verificare l’efficacia di parassitizzazione di T. japonicus e di altri parassitoidi oofagi sulla specie target nella regione Emilia-Romagna. Dalle analisi dei dati relative ai campioni raccolti nel 2022 confrontati con gli esiti dei monitoraggi dei due anni precedenti, le prospettive sembrano positive: la percentuale di parassitizzazione di T. japonicus sulla specie target è incrementata nel tempo, passando da 0,55% nel 2020 a 2,7% nel 2022. Mentre la parassitizzazione su specie non target sembra irrilevante. Il nativo A. bifasciatus ha percentuali di parassitizzazione nel complesso più elevate ma minore capacità di sfruttamento dell’ovatura, rispetto a T. japonicus. Questo lavoro dimostra l’incremento di efficacia dei parassitoidi su H. halys in Emilia-Romagna, sarà tuttavia necessario raccogliere maggiori informazioni negli anni successivi per verificare se l’impatto sia tale da ridurre significativamente le popolazioni di questo insetto invasivo.
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