Riassunto analitico
L’oggettivazione della donna si caratterizza per il fatto che la riduce ad un oggetto privo di individualità e personalità, a cui non viene nemmeno riconosciuta la capacità di agire e provare dei sentimenti. In modo particolare, l’oggettivazione sessuale, che vede nella donna un oggetto che deve soddisfare i bisogni sessuali dell’uomo, è una forma di deumanizzazione che porta alla frammentazione simbolica del corpo: la donna viene considerata non nella sua totalità ma focalizzandosi solo su una parte del proprio corpo, che finisce per rappresentarla. I mass media hanno un ruolo nel consolidare discriminazioni e stereotipi che colpiscono le donne, rendendole vittime di oggettivazione da parte del genere maschile. Tutto questo può causare degli effetti devastanti sul corpo e sulla psiche della donna, come disturbi alimentari, ansia, disagi sessuali che possono portare all’auto-oggettivazione. Non bisogna sottovalutare anche le conseguenze che possono sorgere a livello sociale, come la violenza di genere, gli stereotipi e il sessismo, così radicati nella nostra società. Il sessismo, che ha radici nella teoria dell’apprendimento sociale e nella teoria della socializzazione di genere, non è altro che una forma di discriminazione che si basa sul fatto di appartenere ad un determinato genere, nel nostro caso femminile. Vengono provati sentimenti di ostilità nei confronti del sesso opposto, giudicandolo solo ed esclusivamente facendo riferimento alle caratteristiche del gruppo di appartenenza. Nel secondo capitolo, vengono riportate delle testimonianze di donne che questa condizione l’hanno vissuta sulla propria pelle sul luogo di lavoro. Anche il pregiudizio e la deumanizzazione rappresentano delle barriere che possono ostacolare il processo che porta alla consapevolezza che la donna non debba essere vittima di violenze, umiliazioni e molestie. C’è da dire anche che recenti studi hanno evidenziato come l’oggettivazione sessuale possa verificarsi anche nella coppia. Nella parte sperimentale della tesi, si è andati ad indagare alcuni atteggiamenti e comportamenti che si verificano all’interno della relazione stessa, considerando l’oggettivazione della partner, la percezione di potere dell’uomo sulla donna e il senso di soddisfazione dei maschi nella relazione. L’obiettivo è quello di dimostrare che l’oggettivazione della partner comporta una maggiore percezione di potere nella coppia che, a sua volta, avrebbe aumentato la relazione di potere nella coppia stessa. Per educare alla non oggettivazione, decostruendo gli stereotipi e i pregiudizi di genere, bisogna essere consapevoli che questo meccanismo può rappresentare un ostacolo per raggiungere una parità effettiva tra uomo e donna. Come fare? Intervenendo sin dalla scuola primaria, in quanto, in questo modo, si può garantire e promuovere il benessere psico-fisico dei bambini e delle bambine, facendoli crescere con la consapevolezza che tutta l’umanità ha dei diritti e doveri ed è importante che si rispetti se stessi e l’altra persona in tutta la sua totalità. La famiglia deve collaborare affinchè vengano raggiunti questi obiettivi, trasmettendo i valori legati all’uguaglianza e alla valorizzazione di sé, perché la donna può davvero dare il proprio contributo per lo sviluppo della società. I media, d’altro canto, potrebbero cominciare a divulgare dei messaggi positivi che risaltino la necessità e l’importanza di comportarsi in modi socialmente adeguati, rispettando l’essere umano con cui si interagisce. Bisogna riconoscere che molto si sta facendo per garantire le pari opportunità, ma il cammino è ancora molto lungo per far sì che vengano riconosciute le specificità e potenzialità del mondo femminile.
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