Riassunto analitico
Lo scopo del presente elaborato è di quello di analizzare lo storytelling in inglese attraverso gli albi illustrati o picturebook: in particolare i bambini, grazie a questa metodologia, diventano protagonisti del loro apprendimento in maniera attiva e attraverso l’ascolto di storie in lingua straniera sviluppano innanzitutto la capacità di comprensione orale della lingua stessa ed anche di produzione. In particolare, all’interno del primo capitolo si è scelto come punto di partenza la definizione di lingua straniera e si è introdotto il concetto di glottodidattica come disciplina teorico-pratica in grado di analizzare e applicare approcci, metodi e tecniche per l'insegnamento delle lingue. In seguito, sono stati selezionati alcuni passaggi fondamentali della storia dell’insegnamento della lingua inglese nella scuola italiana dagli anni Settanta ad oggi, con una particolare attenzione alla scuola primaria. Infine, sono state prese in esame le quattro abilità linguistiche proprie di ogni lingua straniera che guidano l’insegnante nella programmazione delle attività in classe. Nel secondo capitolo viene presentato il concetto di apprendimento delle lingue straniere; il bambino è al centro del processo questo processo e di fatto, i periodi della prima infanzia e dell’infanzia rappresentano finestre temporali importanti per l’acquisizione e apprendimento di una lingua straniera. In quest’ottica, la glottodidattica ludica intende sostenere il bambino proponendo attività in lingua in forma giocosa: il coinvolgimento sensoriale, il TPR approach, le canzoni e le chants, la drammatizzazione, l’uso delle tecnologie. Ci si concentra in seguito sullo storytelling, affrontato all’interno del terzo capitolo. Questa strategia rappresenta un contesto ideale per introdurre i bambini a una nuova lingua. Contribuisce, infatti, a sviluppare le competenze di ascolto e di comprensione della lingua straniera, obiettivi su cui è importante lavorare specialmente nel primo biennio della scuola primaria: nello specifico, si fa riferimento allo storytelling tramite la lettura di albi illustrati. Viene dunque dedicato spazio anche all’analisi del picturebook, l’albo illustrato, che propone un linguaggio autentico caratterizzato da precisi codici comunicativi essenziali per una completa comprensione della storia e si configura come strumento glottodidattico importante. Nell’ultimo capitolo è presentata un’esperienza didattica ideata dalla laureanda, che vede coinvolto lo storytelling come metodologia ludica per la classe seconda di una scuola primaria; durante l’esperienza sono stati utilizzati gli albi illustrati “The tiger who came to tea” di Kerr e “Monkey puzzle” di Donaldson. All’interno del capitolo sono trattate nel dettaglio le attività propedeutiche alla lettura dei picturebook, quelle svolte durante e infine anche quelle proposte al termine, utili ai bambini per attivare l‘attenzione e consolidare quando appena ascoltato. In conclusione, sono presentati anche i monitoraggi proposti ai bambini nell’ottica di osservazione della comprensione della storia e di acquisizione del lessico affrontato, oltre ad alcuni commenti e spunti di riflessione circa l’efficacia della metodologia sperimentata nel contesto reale.
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