Riassunto analitico
Muovendo dalla consapevolezza della difficile attuazione di quanto previsto nell’art. 27, comma 3, della nostra carta Costituzionale: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”, si è scelto di ripercorrere alcuni dei passaggi fondamentali dell’evoluzione del lavoro penitenziario, strumento di prim’ordine nel trattamento finalizzato al reinserimento sociale dei detenuti, al fine di comprendere come si è giunti fino agli sviluppi recenti. Una maggiore attenzione sarà dedicata, inoltre, alla raccolta di testimonianze di figure professionali operanti a stretto contatto con i detenuti al fine di comprendere gli aspetti maggiormente salienti della loro vita lavorativa e personale all’interno della casa circondariale di Bologna. La tesi si articolerà in cinque capitoli: nel primo tratteremo brevemente l’evoluzione del lavoro penitenziario che vede coinvolti i detenuti alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria (L. n° 354 del 1975). Nel secondo capitolo entreremo nel vivo della materia, con particolare attenzione alla situazione lavorativa dei detenuti nelle carceri italiane. Nel terzo capitolo ci occuperemo invece dell’architettura della Casa Circondariale di Bologna, con particolare attenzione ad alcuni dei servizi presenti, essenziali per il percorso trattamentale del detenuto. Nel quarto capitolo entreremo nel vivo della gestione del lavoro nel carcere di Bologna, riportando quattro interviste ad esperti interni che ricoprono ruoli rilevanti nell’area trattamentale. Nel quinto capitolo, infine, sulla base delle testimonianze raccolte, analizzeremo la situazione attuale riportando alcune delle prospettive volte a realizzare un efficace modello di esecuzione penale.
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