Riassunto analitico
Il presente lavoro nasce dall’idea di analizzare da vicino i processi di progettazione e valutazione alla luce dei contributi di diversi autori, per concludersi con la testimonianza di un servizio che opera nel sociale e presso il quale ho effettuato il tirocinio formativo previsto dal corso di studi. Quando si parla di contesti educativi e formativi si fa sempre più riferimento al concetto di qualità. È fondamentale che il progettista, così come qualsiasi altro ricercatore in ambito educativo, formativo e sociale, adotti una postura critica nei confronti del mondo circostante, che allarghi lo sguardo sia nei confronti delle relazioni e del contesto in cui si situa l’oggetto d’indagine, sia rispetto al futuro, ponendosi sempre nuovi interrogativi e nuove domande di ricerca. Infatti sappiamo che tra progettazione e valutazione sussiste un rapporto di reciprocità inscindibile, per cui l’una rimanda all’altra in un circolo mai concluso. La progettazione diventa una modalità intelligente di predisporre determinate condizioni in un contesto in cui operano specifiche variabili, al fine di produrre gli effetti desiderati. Pertanto è fondamentale che il prodotto della progettazione, cioè il progetto, sia frutto di un’attenta analisi e riflessione e che possa divenire oggetto di valutazione, per continuare ad alimentare la riflessione stessa. Il progetto diventa così “aperto”, caratteristica indispensabile in un contesto ad alto grado di complessità, che richiede flessibilità e continui ri-adattamenti alle situazioni sempre nuove che si generano. Lipari individua nell’approccio adhocratico la strategia più efficace per interfacciarsi con un contesto ad alta complessità, dove l’incertezza e il cambiamento sono all’ordine del giorno. Si tratta di un approccio intermedio tra i due estremi di iper - rigidità e iper - spontaneismo, in grado di adattarsi al tipo di situazione che si trova di fronte e agire di conseguenza pur adottando criteri teorici e metodologici convalidati a livello scientifico. Inoltre è necessario ricorrere all’adozione di una postura riflessiva e critica che sfrutta le metodologie tipiche del paradigma della ricerca-azione.Dall’analisi effettuata sul servizio GENUStudio si possono osservare le idee di fondo, le teorie e le metodologie adottate: la progettazione avviene in sede di équipe, contesto di collaborazione notevolmente valorizzato dal servizio, avvalendosi di strumenti tecnici e curando soprattutto l’aspetto che riguarda l’individuazione dei bisogni dell’utenza; anche la valutazione procede per fasi, situandosi in vari momenti del percorso (ex ante, in itinere, ex post, impatto) e utilizzando strumenti diversi per valutare i contesti, individuare bisogni e stabilire priorità.Dal questionario somministrato alla pedagogista del servizio emergono punti di vista e percezioni sulle dinamiche interne all’associazione. Il servizio nasce da un’idea a carattere prevalentemente educativo e formativo e un’impostazione pedagogica, per poi modificarsi con i cambiamenti della società e assumere un’impronta più psicologica. Ne consegue un maggiore ricorso ai contributi di professionisti in ambito psicologico, sia per la necessità di prestazione a livello diagnostico, sia a livello di collaborazione in sede di équipe. Questo passaggio mostra l’importanza di adottare una certa flessibilità quando si ha a che fare con contesti simili, in cui la complessità è predominante, assieme al suo carico di incertezza e cambiamenti. Si tratta di un punto di forza dell’associazione che, oltre a non soccombere ai cambiamenti dettati dall’esterno, riesce a innalzare il suo livello di qualità, fornendo un servizio dalle competenze allargate e più specifiche anche rispetto ai nuovi bisogni dell’utenza.
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