Riassunto analitico
Nel corso degli ultimi anni stanno letteralmente esplodendo studi e prese di posizione sulla questione della Responsabilità Sociale d’Impresa. La corrente di pensiero che vede l’impresa responsabile soltanto nei confronti dei propri azionisti è stata ormai ampiamente superata dall’idea secondo la quale essa debba integrare valori etici nella gestione delle proprie attività e rispondere del proprio operato a tutti gli stakeholder. L’impresa socialmente responsabile è quella che, oltre a creare valore per gli azionisti, assume responsabilità di natura etica e morale che vanno oltre quella del mero profitto e crea valore anche per il contesto sociale in cui è inserita. Oggi, l’attenzione alla Corporate Social Responsibility è così accentuata che le imprese hanno quasi l’obbligo di conformarsi ad essa per preservare la propria immagine e reputazione agli occhi degli investitori, dei consumatori e delle comunità locali presso cui l’impresa opera. Sempre più spesso, infatti, i consumatori privilegiano l’aspetto etico nella scelta dei generi da acquistare, rivolgendo le proprie attenzioni alle caratteristiche immateriali dei beni e dell’azienda produttrice, quali la reputazione, la trasparenza e la credibilità. Il concetto di responsabilità sociale d’impresa è inoltre strettamente legato al concetto di sviluppo sostenibile. Se la responsabilità sociale dell’impresa sottolinea come questa abbia delle serie responsabilità verso i soggetti del contesto in cui è inserita, il concetto di sviluppo sostenibile ci ricorda come tutti siamo responsabili, in una visione più ampia, del pianeta e verso le generazioni future. Il 2015, anno in cui sono stati ridefiniti i traguardi dello sviluppo sostenibile, ha visto come protagonista Expo Milano, il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e sulla nutrizione che ha permesso di riflettere su uno degli obiettivi più importanti del XXI secolo: l’eliminazione della povertà estrema e della fame. Expo Milano 2015 ha il merito di aver focalizzato l’attenzione mondiale verso temi di urgente e delicata importanza: la fame, gli sprechi e la necessità di uno sviluppo sostenibile. Mentre nel mondo 795 milioni di persone soffrono la fame, la FAO calcola che ogni anno si sprechino 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a 1/3 della produzione totale destinata al consumo umano, quantità che sarebbe sufficiente a soddisfare le esigenze alimentari globali. Appare chiaro come una delle priorità assolute sia ridurre lo spreco alimentare. Per realizzare questo obiettivo ognuno deve impegnarsi in base alle proprie possibilità: le imprese devono cercare di produrre in maniera sostenibile evitando il più possibile le perdite di cibo lungo la filiera e un uso irrazionale delle risorse; le istituzioni devono orientare il dibattito politico verso la soluzione delle cause principali dello spreco alimentare e i cittadini devono cercare di ridurre al minimo lo spreco domestico. Nel proporre iniziative in ambito della responsabilità sociale, l’impresa può coinvolgere tutti gli stakeholder e farsi promotrice di una nuova cultura della sostenibilità, innescando una sorta di spirale del cambiamento che porti a miglioramenti in ambito ambientale e sociale. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di capire, come il cittadino/consumatore possa minimizzare lo spreco domestico grazie ad iniziative di responsabilità sociale da parte delle imprese commerciali e delle principali catene di distribuzione.
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