Riassunto analitico
Questa tesi analizza una selezione di opere di Sarah Kane (1971-1999), drammaturga inglese protagonista, negli anni Novanta, della cosiddetta rivoluzione in-yer-face. Attraverso diverse teorie antropologiche e sociologiche, verrà esaminato, nello specifico, il tema della violenza, sempre al centro dei drammi di Kane, una violenza intesa nei suoi aspetti sia biologici sia sociali. Dopo aver illustrato il contesto storico e socioculturale in cui Kane ha iniziato a lavorare – e insistendo, in particolare, sugli ostacoli che la critica ha posto sin da subito sul suo cammino –, la tesi sviluppa, in ordine cronologico, la discussione di tre play, a ciascuno dei quali è dedicato un capitolo. Nell’opera d’esordio Blasted (1995) viene offerto il ritratto del giornalismo inglese degli anni Novanta attraverso il personaggio di Ian: uomo sprezzante e violento, nel susseguirsi di poche scene, passa da perpetratore di violenza (nello specifico verbale, fisica e sessuale) a vittima di violenza bellica (categoria che le comprende tutte e tre). In Phaedra’s Love (1996), attraverso le vicende scandalose di una famiglia reale sessualmente corrotta, viene affrontato il tema della violenza mediatica: quest’ultima, per quanto inoffensiva possa apparire, spinge la massa di spettatori ad affrontare la violenza con un distacco tale da porli in una posizione di indifferenza anche nel momento in cui sono loro stessi ad avere un ruolo attivo nell’attuarla. In Cleansed (1998) due fratelli, una coppia di omosessuali e un ragazzo saranno vittime di Tinker, il mad doctor che, alla maniera del Big Brother orwelliano, osserva tutto e fa uso di una violenza che mira alla purificazione attraverso la verità e la mutilazione del corpo. Proprio il corpo è il vero protagonista della terza pièce della drammaturga, mostrato in tutta la sua forza e, nel contempo, in tutta la sua fragilità. Attraverso le vicende dei suoi personaggi, Kane parla di sé e racconta il suo tempo, mettendo in scena in modo magistrale le tematiche che in quegli anni facevano dell’arte in genere una nuova tecnica terapeutica: attraverso lo shock della destabilizzazione e del ribaltamento delle credenze religioso-culturali tradizionali, e grazie ad una calligrafia brillante, ironica e pura, la produzione teatrale di Kane ha risvegliato – e ancora risveglia – le coscienze e il pensiero critico dei suoi spettatori, invitandoli ad essere più partecipi nel rendere il mondo un posto migliore.
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Abstract
This thesis analyzes a selection of plays by Sarah Kane (1971-1999), one of the protagonists, during the Nineties, of the so-called in-yer-face dramatic revolution in the UK. In particular, the recurring theme of violence in Kane’s theatre, intended as both a biological and social fact, will be explained by resorting to different anthropological and sociological theories. After providing the historical and socio-cultural context in which Kane began to work, insisting, in particular, on the criticism that she has always encountered on her path, the thesis discusses three plays, to each of which, in chronological order, a chapter is dedicated. In her debut play Blasted (1995) she offers a portrait of the 1990s English journalism through the character of Ian, a contemptuous and violent man who, in the course of the play, turns from perpetrator of violence (particularly verbal, physical and sexual) into victim of war violence (a category that includes the above mentioned three types of violence). Phaedra’s Love (1996) tackles the theme of media violence through the scandalous events of a sexually corrupt royal family: this kind of violence, however inoffensive it may appear, pushes the audience/readers to face violence with such a detachment that they are placed in a position of indifference, even when they have an active role in carrying it out. In Cleansed (1998), two brothers, a homosexual couple and a boy are victims of Tinker, the mad doctor who, in the manner of the Orwellian Big Brother, observes everything and uses a particular type of violence which aims at purification through the search of truth and the mutilation of the body.
Here the body is the real protagonist, at the same time shown in all its strength and fragility. Through the vicissitudes of her characters, Kane speaks about herself and tells about her time, staging masterfully the themes that made art a new therapeutic technique. Through the shocking destabilization and overturning of traditional religious and cultural beliefs, and thanks to a brilliant, ironic and pure calligraphy, Kane’s theatrical production has awakened – and still awakens – the consciences and critical thinking of her spectators, inviting them to be more involved in making the world a better place.
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