Riassunto analitico
1. Riassunto
Il presente lavoro si propone di esaminare tre poemetti eroicomici tra la seconda metà del Seicento e il primo Settecento, Mac Flecknoe (1678) di John Dryden, e The Rape of the Lock (1714) e The Dunciad (1743) di Alexander Pope. Lo scopo del lavoro è dimostrare che gli autori utilizzano lo stile epico come strumento per esprimere una critica sociale e letteraria. Infatti, come evidenziato nel corso dell’analisi, l’ironia di Dryden e Pope consiste essenzialmente nella discrepanza tra stile alto e contenuto basso. In Mac Flecknoe, Dryden critica in particolare gli autori ritenuti mediocri, come Shadwell, il protagonista, che, addirittura, diventa sovrano del reame dell’ottusità. Probabilmente, egli rappresenta il panorama culturale dell’epoca, ma anche la realtà in cui vivranno gli autori del futuro, se la società non cambierà. Lo stile elevato è abbinato ad un linguaggio che talvolta sfocia nella volgarità, attraverso il quale l’autore si prende gioco del suo rivale, pur provando dolore per il declino della letteratura contemporanea. The Rape of the Lock di Pope è il poemetto eroicomico par-excellence perché ingloba alla perfezione tutte le caratteristiche del genere: rispetta l’unità di tempo, lo stile è sempre elevato e la vicenda narrata si sviluppa dall’inizio alla fine nel corso dei cinque canti. Attraverso la comicità che deriva dalla discrepanza tra stile e contenuto, il poeta vuole far sorridere l’audience, ma, allo stesso tempo suscitare in essa una riflessione sulla frivolezza della classe aristocratica, la quale dà importanza a fatti senza rilevanza (come il ratto del riccio che dà il titolo all’opera). Il secondo poemetto di Pope che sarà analizzato, The Dunciad, prende spunto da Mac Flecknoe. Infatti, anche in questo caso, viene incoronato un sovrano degli ottusi, Cibber, un rivale dell’autore. Inoltre, Pope, come Dryden, cade spesso nella volgarità e l’azione descritta è quasi inesistente. Nonostante il presupposto delle due opere sia lo stesso, The Dunciad presenta un’atmosfera molto più cupa, quasi mostrando come il presagio di Dryden si sia purtroppo avverato e come ormai l’arte abbia subito un inesorabile declino. Quindi, l’opera rispecchia la frustrazione del poeta per come il panorama culturale è cambiato. In particolare, Pope attacca quegli autori che scrivono non più per un ideale ma per assecondare il migliore offerente, producendo così opere scadenti e vuote. In conclusione, le tre opere offrono una satira della società in chiave epica. I poeti, oltre che criticare il contesto in cui vivono, compiono un esercizio di stile, dimostrando di essere diversi dai protagonisti delle loro opere e di avere degli ideali. The Rape of the Lock è il testo in cui la componente del divertimento prende più spazio, ed è anche per questo motivo che è l’opera più rappresentativa del genere. Se qui il poeta rimane abbastanza distaccato e la vicenda che narra non è personale, nelle altre due opere gli autori sono coinvolti in prima persona nella sofferenza per il declino dell’arte poetica. Di conseguenza, la vicenda narrata passa in secondo piano e lo stile talvolta basso diviene un mezzo di sfogo personale per l’autore.
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Abstract
1.1 Abstract
This dissertation intends to analyse three mock-heroic poems between the second half of the seventeenth century and the beginning of the eighteenth: John Dryden’s Mac Flecknoe (1678) and Alexander Pope’s The Rape of the Lock (1714), and The Dunciad (1743).
The aim of this thesis is to show that the poets use the epic style as a means of expressing their social and a literary critique, as well as to analyse their irony, which essentially derives from the incongruity between a high style and a low content.
In Mac Flecknoe Dryden especially critiques contemporary authors with a bad reputation, like Shadwell, the protagonist, who is even named the king of the realm of dullness. The high style sometimes combines with a vulgar language, through which the author mocks his rival, although he deeply resents the decline of contemporary literature.
Pope’s The Rape of the Lock is the par-excellence mock-heroic poem since it perfectly summarises all the features of the genre: it presents unity of time, the style is always elevated and the episode develops from the beginning to the end through the five Cantos. The comic effect deriving from the incongruity between style and content is meant to make the audience laugh, but, at the same time reflect on the aristocracy’s triviality in giving crucial importance to inconsistent events (like the rape of the lock which gives the title to the poem).
Pope’s second poem analysed in this dissertation, The Dunciad, is inspired by Mac Flecknoe. Indeed, in this case as well, the king of the realm of dullness is crowned; he is Cibber, the author’s rival. Furthermore, Pope, like Dryden, sometimes uses a vulgar language and action is almost absent. Although the starting point of the two poems is the same, The Dunciad presents a darker atmosphere, as it shows that Dryden’s prediction has unfortunately come true and that art has relentlessly declined. Hence, the poem reflects the poet’s frustration in front of the cultural environment. Pope especially attacks those authors who write only to earn money and not to express an ideal, thus producing poor works.
In conclusion, the three poems offer a satire of society through the epic form. A part from the critique of their environment, the poets accomplish an exercise in style, thus elevating themselves above their protagonists. The Rape of the Lock is the most amusing of the three texts; moreover, here the poet is detached from the events he narrates, while in the other two poems the authors are directly involved and clearly suffer because of the decline of contemporary poetry. Hence, the events remain in the background, and the poets sometimes deploy a vulgar style, even if not in line with the characteristics of the genre, to express their personal feelings.
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