Riassunto analitico
L'estetica del gotico, la cui prima istanza, The Castle of Otranto, risale al 1764, non smette di interrogarci, di sfidare la società in cui viviamo oggi, di rappresentare le nostre paure, i nostri lati più oscuri. Questa tesi analizza come diverse autrici inglesi contemporanee ricorrono al gotico per costruire figure femminili perturbanti e abbiette. Il primo capitolo ripercorre la storia della letteratura gotica dalle origini fino ai giorni nostri, ponendo particolare attenzione agli scritti femminili. Il secondo capitolo riprende invece le teorie di Sigmund Freud e di Julia Kristeva riguardo ai concetti di uncanny e abjection, soffermandosi su come queste categorie, che faranno da filo conduttore nelle analisi delle opere scelte, vengono assimilate dalla teoria letteraria del genere gotico e in particolare sul case study di Two Women of London (1989) di Emma Tennant. I capitoli successivi contengono le analisi testuali delle quattro opere scelte. Il terzo capitolo prende in esame il personaggio della donna in nero dell'omonimo romanzo del 1983 di Susan Hill, che rappresenta le ombre del materno. Il quarto capitolo analizza la raccolta di racconti di A.S. Byatt Little Black Book Of Stories (2003), nel quale il corpo femminile viene declinato nei suoi vari aspetti di attrazione, repulsione, meraviglia, abiezione, vita, morte e ritorno di ciò che è stato represso. Nel quinto capitolo si prendono in esame i concetti di doppio e di haunting sviluppati da Diane Setterfield nel romanzo The Thirteenth Tale (2006). Infine il sesto capitolo si sofferma sulle figure della strega e della lesbica trattate dal romanzo The Daylight Gate (2013) di Jeanette Winterson. Da queste opere, pubblicate tra gli anni Ottanta e il 2012, emergono personaggi femminili dalle identità spettrali e doppie dotate di corpi spesso mostruosi e abietti che richiedono quindi la riesumazione di tradizionali stilemi gotici come il fantasma, il doppio, la strega, la psicopatica, o il mostro.
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Abstract
The gothic aesthetic, whose first instance, The Castle of Otranto, dates back to 1764, doesn’t stop questioning us, challenging the society we live in today, representing our fears and our darkest side. This dissertation analyses how several English female writers of our days turn to the gothic to build uncanny and abject female characters.
The first chapter retraces the history of gothic literature, from its origins to the present, with particular attention to female writings. The second chapter, instead, outlines Sigmund Freud’s and Julia Kristeva’s theories about the uncanny and abjection, considering how these two concepts, which will be the thread running through the textual analysis in this dissertation, have been assimilated by the gothic criticism, with a focus on the case study of Two Women of London (1989) by Emma Tennant.
The following chapters include the analysis of the four selected texts. The third chapter concentrates on the character of the woman in black from the homonymous novella written by Susan Hill in 1983, which depicts the shadows of the maternal. The fourth chapter analyses the short stories collection by A. S. Byatt Little Black Book Of Stories (2003), in which the female body is portrayed in its different aspects of attraction, repulsion, wonderment, abjection, life, death and the return of the repressed. In the fifth chapter, the themes of the double and haunting developed by Diane Setterfield in her novel The Thirteenth Tale (2006) are examined. Lastly, the sixth chapter focuses on the figures of the witch and the lesbian elaborated in the novel The Daylight Gate (2013) by Jeanette Winterson.
These texts, published between the 80ies and 2012, sketch female characters with spectral and double identities, monstrous and abject bodies, which require the conjuring up of traditional gothic features such as the ghost, the doppelgänger, the witch, the madwoman and the monster.
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