Riassunto analitico
ABSTRACT La malattia di Alzheimer è la patologia neurodegenerativa più comune che porta a demenza e ad oggi è conosciuta per essere la quarta causa di morte dopo le patologie cardiache, il tumore e l’ictus. Si caratterizza per la presenza nel cervello di ammassi neurofibrillari intracellulari e placche amiloidi extracellulari costituite dal peptide β-amiloide (Aβ), ma l’esatto meccanismo che porta alla loro formazione, e quindi alla neurodegenerazione, è ancora sconosciuto e di fatto non esiste ancora una terapia efficace. Tra le possibili cause della malattia di Alzheimer vi sono l’aumento dei livelli di stress ossidativo e il sequestro di zinco da parte del peptide Aβ a livello delle placche causando così una deficienza di zinco nel tessuto circostante. Lo zinco è tra i metalli più abbondanti nel sistema nervoso centrale ed è coinvolto in numerosi processi fisiologici importanti quali la neuromodulazione della trasmissione sinaptica, l’apprendimento e la memoria. Ripristinare i livelli fisiologici e le funzioni dello zinco potrebbe rappresentare un importante trattamento della patologia. Alle luce di queste osservazioni, l’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare la capacità dello zinco di migliorare i deficit di ansia, memoria e apprendimento in topi transgenici APP23 di 18 mesi, un modello animale di malattia di Alzheimer. Siccome la barriera ematoencefalica presenta delle restrizioni per il passaggio di zinco, la veicolazione del metallo al cervello è stata ottenuta caricandolo su nanoparticelle di PLGA modificate con il glicopeptide 7, le quali sono capaci di attraversare la suddetta barriera. Gli animali sono stati sottoposti a test comportamentali per valutare il livello di ansia (open field ed elevated plus maze) e l’apprendimento emozionale e spaziale (contextual fear conditioning). I risultati dello studio hanno dimostrato che la veicolazione di zinco a livello cerebrale nei topi APP23 induce una diminuzione della disinibizione e un recupero dei deficit di memoria e apprendimento. Saranno necessari ulteriori studi e approfondimenti per chiarire l’esatto ruolo dello zinco nell’insorgenza e progressione della malattia di Alzheimer e gli effetti positivi della sua supplementazione.
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Abstract
ABSTRACT
Alzheimer’s disease (AD) is the most common neurodegenerative disorder that leads to dementia and nowadays is among the top four causes of death after heart diseases, cancer and stroke. It is characterized by the presence in the brain of intracellular neurofibrillary tangles and extracellular senile plaques constituted by β-amyloid protein (Aβ), but the exact mechanism leading to their formation, and thus responsible for neurodegeneration, is not fully understood and in fact there is still no effective therapy.
The increase of oxidative stress levels and zinc restraint by the Aβ at the level of plaques, causing a deficiency of zinc in the surrounding tissue, represent possible causes of AD.
Zinc is one of the most abundant metals in the central nervous system and is involved in many important physiological processes such as neuromodulation of synaptic transmission, learning and memory.
Re-establish zinc physiological levels and functions could represent an important treatment for AD.
In the light of these observations, the aim of present study was to test the capability of zinc to ameliorate the anxiety, memory and learning deficits in 18 month-old APP23 transgenic mice, an animal model of Alzheimer's disease.
Given the restriction of zinc uptake into the brain by the blood-brain barrier, the metal’s delivery to the brain was obtained by loading it into PLGA nanoparticles modified with glycopeptide 7, which are capable of crossing the aforementioned barrier.
Animals were subjected to behavioural tests to assess their level of anxiety (open field and elevated plus maze) and their emotional and spatial memory (contextual fear conditioning). The results of the study showed that the delivery of zinc to the brain in APP23 mice induces a decrease of disinhibition and a recovery of learning and memory deficits.
Further studies and investigations will be needed to clarify the exact role of zinc in the onset and progression of AD and the positive effects of its supplementation.
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