Riassunto analitico
Come emerge dai dati relativi alla attuale dispersione scolastica e alla soddisfazione degli studenti rispetto alla preparazione ottenuta e all’attività didattica dei professori, la scuola secondaria di secondo grado appare caratterizzata da varie criticità che, risultate ben evidenti in seguito alla pandemia, meritano di essere osservate e indagate. Sempre più in seguito all’esperienza della didattica a distanza gli studenti riportano di aver visto trasformarsi la scuola in un luogo di trasmissione del sapere. Una scuola della Costituzione, che promuove il pieno sviluppo della persona umana formando nel contempo il produttore e il cittadino, deve di fatto ancora realizzarsi nella sua interezza, essendo stata coinvolta nel turbinio dell’ideologia neoliberista e avendo ciò determinato il dominio di una didattica per l’istruzione e la tendenza ad abbandonare progressivamente una didattica per l’educazione, frutto anche di un modo di considerare l’istruire e l’educare, diffuso, ma scorretto, che non tiene conto della relazione dialettica di condizionamento reciproco che lega i due processi. Affinché sia realizzabile un cambiamento, è necessario che attori del sistema scolastico e quelli del sistema politico condividano una stessa idea di scuola, cosa che al momento non si attua. Se è vero che i docenti sono il principale motore umano dell’organizzazione scolastica, a loro non può però essere affidata tutta la responsabilità della crescita delle nuove generazioni, mancando loro le competenze necessarie per rispondere ai bisogni dei nuovi profili di adolescenti di oggi e dunque necessitando di un supporto. In merito a tali criticità sono state avanzate al governo negli ultimi due anni proposte di legge pensate per sviluppare e potenziare la comunità educante, quali, durante la XVIII Legislatura, il DDL 2313 e il DDL 2527, riproposto quest'ultimo nei contenuti anche durante la XIX Legislatura, orientate anche a far sì che tutti gli ordini di scuola diventino, accanto a luoghi di istruzione, luoghi di educazione. Del contenuto di tali proposte ciò che ci ha più interessato è il fatto che esse hanno costituito l’occasione per iniziare a pensare che un possibile futuro per il coordinatore pedagogico sia quello di lavorare all’interno della scuola. Con il presente elaborato, dopo aver descritto, da un lato, la realtà della scuola secondaria di secondo grado per come si è venuta a costituire storicamente, anche in seguito all’esperienza pandemica, e, dall’altro, la figura professionale del coordinatore pedagogico per come si è evoluta nel tempo fino all’assunzione dei ruoli e delle funzioni riconosciutegli oggi all’interno dei servizi per l’infanzia, ci siamo occupati di riflettere, consapevoli delle differenze di struttura esistenti tra servizi per l’infanzia e scuola secondaria di secondo grado, su come la figura del coordinatore pedagogico possa entrare in quest’ultima e lavorare per il miglioramento della sua qualità. Consapevoli del fatto che, perché questo si realizzi, è necessario che tale figura venga riconosciuta e accolta dagli insegnanti, si è scelto di condurre un’indagine esplorativa, di tipo qualitativo, utilizzando la tecnica dell’intervista semistrutturata, su un campione di diciassette docenti delle scuole secondarie di secondo grado di Modena e provincia per comprenderne dall’interno la realtà, sondando l’attenzione che in essa viene data alla dimensione educativa e come si strutturano le relazioni all’interno dell’organizzazione scolastica, oltre al valore che a queste viene conferito. Infine, dopo aver indagato la conoscenza della figura del coordinatore pedagogico tra gli insegnanti del campione, si è cercato di comprendere le loro aspettative di fronte ad una possibile collaborazione con tale professionalità.
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