Riassunto analitico
La seguente tesi ha come oggetto di studio l’ascolto attivo e l’importanza del suo sviluppo attraverso l’educazione musicale nella scuola. Tra i tanti problemi che affliggono l’umanità c’è prima di tutto la comunicazione, più precisamente il “saper ascoltare”: siamo abituati ad avere musica in sottofondo praticamente ovunque, un inquinamento acustico che ci porta tutti i giorni a prediligere un ascolto di tipo passivo. Il presente lavoro vuole evidenziare questa problematica al fine di dimostrare come l’educazione musicale, messa in sordina per tanto tempo, se promossa sin dalla prima infanzia con l’utilizzo di metodologie e proposte innovative, possa essere un mezzo funzionale per l’acquisizione e lo sviluppo di un ascolto attivo sia a livello musicale che relazionale e in tutti i contesti di apprendimento.
La seguente tesi compilativa è suddivisa in tre capitoli. Nel primo, vengono illustrate le diverse tipologie di ascolto, analizzandone le relative caratteristiche e differenze e il loro sviluppo all’interno del contesto scolastico. Segue poi un breve excursus sull’evoluzione dell’ascolto musicale nel tempo, dalla preistoria ai giorni nostri, per evidenziare i cambiamenti verificatisi sia a livello di ascolto che di produzione; il capitolo si conclude infine con un paragrafo volto a sottolineare la forte connessione che la musica e l’ascolto hanno con l’essere umano. L’esperienza musicale, infatti, inizia sin dalla nascita, o meglio quando ancora il bambino è nella pancia della madre ed è per questo che l’esperienza sonora non può essere lasciata al caso: il mondo dei suoni ha diritto di far parte della nostra educazione interiore, sia per un apprendimento formale del linguaggio musicale, che per uno sviluppo della dimensione relazionale collegata al mondo. Il secondo capitolo affronta i cambiamenti che l’educazione musicale ha sviluppato per poter essere vissuta tra i banchi di scuola ed essere legata alle altre discipline scolastiche a partire dalla legge Casati fino alle Indicazioni Nazionali per il Curricolo del 2012. Prosegue poi con l’esposizione delle teorie relative alla pedagogia musicale che hanno portato allo sviluppo di una visione della didattica dell’ascolto. Infine, nel terzo e ultimo capitolo, si presentano varie esperienze e attività didattiche proposte nella scuola di infanzia e primaria per poi procedere con alcune considerazioni ed esempi di educazione musicale come ausilio all’inclusività e socializzazione. Da qui deriva l’ipotesi che una rieducazione all’ascolto attivo possa comportare l’acquisizione di una migliore capacità relazionale e di comunicazione tra gli individui, garantendo al bambino un maggior benessere fisico e psichico.
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